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sabato 13 febbraio 2021

guerra civile

quando diventano genitori, le coppie attraversano una trasformazione. la loro interazione subisce una profonda manipolazione da agenti esterni, che loro stessi hanno creato. 
la mamma sente profondamente una pressione verso l'accudimento. la responsabilità di compiere le scelte giuste per chi ha messo al mondo  la assorbe completamente. le piu autonome ragazze, quelle piu moderne, abituate a non chiedere mai l'aiuto di nessuno, a fare da sole fin da bambine, a dimostrare a tutti di riuscire sempre a cavarsela egregiamente e che portano il motto  "chi fa da se fa per tre" o "meglio solo che mal accompagnato"  stampato sul petto e sul viso, sono le piu in pericolo. quelle che piu facilmente cadono nella depressione perchè all'improvviso devono affrontare qualcosa che esula dal loro controllo, la pressione del non sapere di cosa il piccolo nato ha bisogno, del non saper calmare il suo pianto, del non avere piu in mano la propria vita ... temono, a volte, di non farcela, ma non sanno piu chiedere, e lanciano segnali deboli mascherano l'insicurezza con i dogmi e le certezze dei blog e si affidano alla provvidenza anche se non lo sanno.
il papà però sparisce: non esiste più in questa relazione in cui la mamma per farcela si affida a cose che non sono lui, e vedendo che per il  bimbo è facile avere tutte le attenzioni , anche quelle che lui non ha mai voluto, comincia a comportarsi lui stesso da bambino. e ingaggia una gara a chi è piu infantile con il piccolo, e fa cose assurde pur di essere visto. si sottrae alla gestione adulta della famiglia, non prende decisioni, fa i capricci... attira l'attenzione come puo, come ha imparato a fare.
la mamma ha ora due bambini, uno quello che ha voluto, che ha cresciuto dentro di se', che ha messo al mondo, e l'altro, quello con cui pensava di condividere quest'avventura. 

lunedì 16 dicembre 2019

famiglie

è Natale....in molti mi dicono di non aver voglia di passare le feste in famiglia...che vorrebbero stare con le persone a cui vogliono veramente bene, con cui amano passare del tempo  e soprattutto con cui sono se stessi....che perciò  non possono essere "famiglia". in famiglia la performance supera la natura. in famiglia il ruolo è oltre a tutto....non  ti vedono come sei, ma come eri come volevano che diventassi e tutti tuoi errori i tuoi successi le tue scelte condivise e non arrivano ai famigliari prima di te, e dopo che hanno salutato e brindato con tutta quella mole di eventi, a te non ti vedono nemmeno... questa è la sensazione credo.

io passo tanto tanto tempo con la mia famiglia di origine...  lavoro con i miei fratelli e i miei genitori da quando lavoro. perciò tecnicamente non ho mai lasciato il nido. ci ho provato, ma ho fallito. per questo sono cosi poco figlia con i miei genitori, forse.  la realtà è che io in famiglia sto bene. ho imparato nel tempo con aspre lotte interiori ed esteriori a capire dove finiscono le loro aspettative (frustrate) e le mie competenze, a separarle....a non incolparmi dei loro errori. e da questo processo esco io. che sto bene con la mia famiglia. non ho problemi ad andare a cena da loro a passare con loro il Natale anche se dopo poche ore non sappiamo piu che fare....di proposte ce ne carichiamo auto e menti,  ma arrivati là si fa sempre cosa decide mio padre, cioè niente. ma per un giorno va bene così. non vedo cosa ci sia di così drammatico nel passare il Natale senza fare niente....a vedere un vecchio film alla tv con i propri genitori, vecchi, cementati nelle loro abitudini , arroccati nelle convinzioni di sapere tutto di noi e di sapere al meglio cosa avremmo dovuto fare....stanchi, anche di piccoli cambiamenti di rotta di pensiero...stanchi . cosa c'è di male? quella mezza giornata come puo influenzare piu di quelle ore di cui è composta? come puo, se si ha una vita propria a cui tornare?

il punto è che sto bene in famiglia anche nella mia famiglia creata... [mio marito mi odia è vero, e non perde occasione di dimostrarmelo,  ma va be'...anche in questo, con dolore e lentamente ho imparato che non sono io....è lui. e io non posso piu curarmi per far guarire lui]  ...in casa con le mie cose, con le persone a cui io voglio bene....io sto bene!  anche quando i miei figli sono li  ma fanno altro e non si accorgono se ci sono o sono uscita: mi basta che ci siano, che a volte ci incrociamo, che senta le loro voci i suoni che fanno le loro vite attorno a me.

vorrei che sapessero che io li amo come figli e non per cosa fanno/non fanno. vorrei che fossero se stessi quando sono con me....che sentissero che quello che c'è tra noi non è frutto di decisioni di scelte di numeri di idee....che possiamo essere in città continenti pianeti diversi ma loro e io saremo sempre uniti da quel legame che ha reso loro parte di me. e che non fossero angosciati dal passare il natale con me.
la famiglia dovrebbe essere il luogo del sostegno. in cui chi arriva dal ring della vita trova un asciugamano e un sorso di acqua uno sgabello dove sedersi e dove nessuno ti picchia, prima di tornare tra le corde a farsi prendere a pugni per scommessa.



venerdì 1 novembre 2019

cura

 quando io andavo a danza ci insegnavano ad avere cura del nostro corpo a mettere L'alcool per rendere più dura la pelle a tagliare bene le unghie perché non incarnissero e se ci veniva qualche bubu le insegnati ci impedivano di fare allenamento finché il medico non dve a che potevano farlo .... adesso e il contrario! Quel che conta è la performance sul momento ... non il perdurare del risultato della salute della perfezione del gesto.... no! Quello che conta è il minuti e mezzo di esercizio perciò votaren cerotto antinfiammatorio color carne fasciatura tutori antidolorificimagnifici.... e la persona diventa cosa da usare ... perde di significato di importanza. E come potranno occuparsi di altri se non sanno occuparsi di loro stessi.... sono  una generazione veloce : tutto subito . Il sabato del villaggio non ha più alcun  senso!

martedì 1 ottobre 2019

curiosità

quando ero piccola e studiavo mi sentivo così incompresa, così frustrata a dover buttare via il mio tempo libero per studiare e basta, a non danzare non suonare non andare a cavallo non dipingere non cantare non leggere non disegnare non fantasticare (cosa in cui ero bravissima) non scrivere .... solo studiare. pensavo "vedranno come diventerò magra e pallida....morirò su questi libri del cavolo dove si studiano solo cose morte" alludendo ai miei genitori che avevano voluto per me  quello che non avevano avuto loro.
avevo fatto un muro vero e proprio tra me e i miei pensieri e il mio essere da una parte, e quello che

dovevo sapere, dall'altra. quel che leggevo lo ritenevo per il tempo di un mattino, poi si volatilizzava come un soffio nello zucchero a velo.... anche se spesso tornavano le nozioni immagazzinate a molestarmi a caso.... affollavano il mio cervello riottoso come foglie secche senza forma, accartocciati uno sull'altro spesso agganciati per un lembo un piccolo che si unisce ad un altro con cui non aveva nessun legame, facendomi fare una confusione che ancora più spesso mi ammutoliva. rimanevo davanti ai prof ascoltando le foglie-pensieri che mi turbinavano in testa e si ammassavano cercando di entrare disordinatamente nel canale del pensiero logico dove sarebbero poi diventate parole di senso compiuto frasi concetti....ma senza riuscire and entrarvi, facendo un tappo frusciante e confuso. per fortuna ero piccola minuta fragile e terrorizzata: il panico mi prendeva per mano con respiro affannoso sudore occhi spalancati e crampi e il piu delle volte in quello stato venivo mandata a posto e l'interrogazione ripresa piu tardi.
ho capito solo tanto tanto tardi che finche facevo quel muro le cose che studiavo non sarebbero mai entrate dentro di me. io non le volevo e loro erano cose che restavano appiccicate con lo sputo e ceh appena asciutto si staccavano e se ne andavano via, perdendole. eppure c'era tanto di bello in quel che studiavo. io lo vedevo ma non lo volevo ammettere.... ero piccola l'ho detto.
a poco a poco ho capito con grande dolore che se non avessi avuto da studiare non avevo null'altro da fare. è stata una scoperta terribile per me. una ferita straziante. la consapevolezza di aver perso un   la giovinezza la spensieratezza .... se non avevo da studiare stavo ferma a guardare fuori dalla finestra e basta. non mi interessava piu studiare. non avevo piu amici con cui uscire, a cui telefonare, non avevo piu portato avanti al mia passione per il disegno e non ero piu capace....non sapevo piu dipingere o suonare .... allora mi misi a studiare con una tristezza  da orfana nell'anima. disperata. ho iniziato a studiare per riempire le mie giornate di qualcosa. ho inviato a ripetere ad alta voce facendo finta di spiegare le cose ad una classe inesistente. ho pensato che mi sarebbe piaciuto insegnare....ma poi ritraevo il pensiero per tenere lontano il dolore e il ricordo di aver lasciato danza mezzo anno prima di aver conseguito la abilitazione all'insegnamento. ho fatto una rivoluzione, la prima. ho messo quello al centro, e il resto a margine. è stato doloroso, difficile faticoso triste. ma poi ha portato ai risultati che volevo. all'università sono arrivata a sapere quanto studiare per avere un certo risultato. non avevo altro da fare, ero diventata una macchina da studio e mi piaceva. da li la mia risalita.

ieri pensavo che i ragazzi di oggi non avranno questa spinta. se non studiano  hanno sempre qualcosa da fare. un gioco, un messaggio un posto da visitare virtualmente con google earth. .... devono avere un sacco di forza in piu, i ragazzi di oggi. forza di volontà per resistere alle sirene ammaliatrici di minecraft & company, sempre pronto a riempire il tuo momento di noia al tocco di un dito. 

domenica 29 settembre 2019

volevo......e invece....

volevo parlare della mia avventura con la ristrutturazione e la fregatura in cui sono incappata..... o del fatto che non vengono fatti gli scontrini nei bar.... o del mio amico che lotta tra la vita e la morte....o della sfiga che ci vede benissimo......o del fatto che le iatture che mandi non attaccano mai.....e invece oggi parlo del friday for future e del movimento che sta nascendo tra i giovani (cioè quelli come me e più giovani di me) per salvare il pianeta .... da noi uomini! 
 io lo dicevo che i "giovani d'oggi" faranno grandi cose...ho fiducia in loro: loro porranno fine a tutto sto casino che stiamo combinando, noi abbiamo perso il controllo di ciò che abbiamo innescato e come una valanga ora il nostro operato stolto e infame sta rotolando a valle trascinando con se' tutto ciò che incontra. e ci travolge. e loro solo loro sono in grado di vedere tutto questo. con occhi nuovi, pieni di entusiasmo di voglia di fare e di possibilità di fare, molto più di noi che siamo limitati dai nostri confini a cui siamo ormai abituati....noi parliamo di piemontesi e siciliani o toscani loro parlano di andare a vivere in australia come se fosse due piani sopra casa di mamma....noi siamo chiusi nei modi i lavorare vivere pensare cantare mangiare camminare sentire che conosciamo, loro  sono aperti a tutti gli strati della coscienza a tutte le forme di comunicazione....loro, con la loro paura tensione all' essere soli  loro saranno la nostra salvezza e ora sono la nostra speranza. loro si muovono verso una economia più pulita, quando ancora non sanno cosa vogliono fare "da grandi" sanno che vogliono essere migliori di noi e questo è GRANDE..... GRAAAAANDE! loro che ci obbligano a rinunciare ad abitudini sciocche deleterie e dannose che manteniamo perchè siamo vecchi perchè quando eravamo piccoli ci hanno negato cose e adesso come bambini capricciosi ce le riprendiamo e ancora e ancora e ancora....come bambini capricciosi e stupidi che non imparano mai. 
loro ci obbligano a cambiare. a non bere con la cannuccia a non comprare più le pere confezionate nei contenitori di plastica al supermercato, a non buttare l'organico nei sacchetti neri della spazzatura e a non comprare i multipack di cose.... che hanno un imballaggio in più. loro. loro sono la nostra coscienza il nostro futuro - certo - ma che guarda con sdegno e vergogna al proprio passato, cioè noi. noi che non siamo riusciti da soli a rinunciare. 
prendiamo esempio da loro: usciamo dalla nostra zona di comfort, solo così possiamo evolvere. venerdì erano migliaia i ragazzi che sfilavano per le piazze che ci investivano con il loro futuro. e noi? noi stiamo a guardare...gli facciamo le foto e li guardiamo sorridendo inebetiti..... vecchi ormai privi di intelletto. loro.  

se tutti smettessimo di acquistare i multipare di succhi di frutta (che per altro sono tutt'altro che salutari) pensate che continuerebbero a produrli? ebbene ve lo dico io: no NO! perchè un'azienda non produce cose che nessuno compra....nessuna azienda lo fa. 

se tutti smettessimo di acquistare la frutta confezionata, pensate che si continuerebbe a produrre ? NO ! guardiamo il confezionamento dei prodotti che acquistiamo: volete? analizziamo le tavolette di cioccolato: carta fuori e stagnola dentro: perchè? perchè non solo carta? perchè non solo stagnola? decidi, cavolo...! non tutto o uno o l'altro....e così le caramelle: perchè? e poi io mi chiedo ... le confezioni mutipacco quando ci son  le offerte: tre lattine al prezzo di due: perchè devono legare le lattine (alluminio con etichetta di carta) con un nastro di plastica? non possono semplicemente contare tre lattine e batterne due? ci sono software che operano un uomo da un continente all'altro, possibile che non si riesca a programmare una calcolatrice dicendo che se conta solo due prodotti li calcola tutti e due e se ne conta tre ne calcola due lo stesso e se ne conta quattro ne calcola tre e se ne conta cinque ne calcola quattro e se ne conta sei ne conta quattro lo stesso? eviteremmo un tale di plastica in più, da buttare...
parliamo ora delle vaschette di plastica....quelle con il coperchio che il più delle vote o non si chiude o se si chiude non si riesce più ad aprire. io capisco che se compri la ricotta o la stracciatella debbono metterle dentro un contenitore, ma perché non di biomais? perchè non cartoncino per alimenti quello dei piatti di carta? tanto li dentro ci sta una mezzora....a casa lo metti dentro una tazza e quel contenitore lo smaltisci in modo ecologico no? invece no e se compri  la mozzarella ti mettono un sacchetto con l'acqua e la mozzarella la vaschetta di plastica e un altro sacchetto esterno....perchè????? e al mercato perchè mettono un vegetale per ogni sacchetto di carta? tanto è di carta mi dicono è vero, ma vuol dire fare tutti dannati sacchetti di carta per ogni banana che un cristiano compra !
se vengo al mercato con il carrello della spesa perchè non puoi mettere tutto li, zucchine con mele, carote con arance con finocchi perchè? pensi che si possano contaminare? che alla fine arrivata a casa  io cucini una carota e senta che sa di zucchina perchè ci è stata vicina sulla via di casa? basta questo abuso di confezione, di separazione.... basta! capisco i mirtilli e l'uva .... capisco le cose delicate...le uova.... ma se io vengo li con il mio contenitore me lo puoi riempire invece che darmi le tue scatolette che ogni volta devo buttare via? 

mercoledì 18 settembre 2019

valori

le donne non hanno la responsabilità di educare gli uomini che hanno sposato. hanno la responsabilità di educare i propri figli, così  gli uomini, ma le donne non devono educare i propri uomini, mariti o compagni, che  arrivano a loro già educati. dalle loro mamme, dai loro papà...dal loro passato. il background culturale e etico e di valori e concetti come la dignità la lealtà la sincerità e il loro prezzo ...quelle cose ce l'hanno già dentro, dalla prima infanzia, dalla vita in famiglia dall'esempio di chi era con loro quando sono nati e hanno preso coscienza del mondo, delle relazioni tra le persone...non possono cambiarle, le donne. non devono. non devono volerlo. è una partita persa. e sperare -invano- di cambiare queste radici dell'essere, è fonte di indicibili sofferenze. è il sogno del principe azzurro. 
parlo delle donne che vogliono cambiare gli uomini perchè non ho mai sentito di un uomo che dica che vuole cambiare la sua compagna, ma credo che valga anche il discorso inverso....
nelle cose di etica non ci sono più insegnamenti, se non si sono respirate da bambino. se con l'esempio, nella vita quotidiana, i vostri genitori e la vostra famiglia puntava solo sul risultato, metteva le etichette griffate sui maglioni cinesi, giudicava i vostri amici e le persone che incontrava dicendo questo è un bel ragazzo! questa è una persona ricca! o quellonon vale nulla perché non possiede due auto.... (e non: quello sembra un bravo ragazzo, quella è una persona di fiducia, quello non vale nulla perché non si prende nessuna responsabilità)...se non portava mai a casa un problema di cui discutere, come se non ne avesse....quello che avete imparato nella vostra infanzia è che per essere OK bisogna essere ricchi, belli e non avere problemi.non essere coscienziosi, leali, responsabili, lavoratori, generosi, altruisti.....no. e qualunque cosa va bene pur raggiungere questi risultati.
ebbene. se quando andate a casa del vostro fidanzato o della vostra fidanzata e la prima cosa che dicono di voi è che siete bello/a e chiedono cosa fa vostro padre e si vantano delle cose che fanno loro, pensate a che valori questa persona potrà insegnare ai vostri figli. perché quelli sono i valori con cui ve lo/la portate a casa, valori di apparenza, superficialità opportunismo e menzogna. che voi non potrete cambiare, mai. perchè non è vostra responsabilità. e non siete la loro mamma. 

mercoledì 15 maggio 2019

il pesce sull'albero


sono andata alla mostra di Leonardo, che in questi giorni allieta il panorama culturale della mia bella Torino e riflettevo tornando a casa sul fatto molte sono le voci che si ergono difesa di quei geni assoluti del passato anche non tanto remoto che erano dislessici, disgrafici, discalculi ... dis qualcosa insomma. 

pur essendo geni hanno avuto una storia scolastica pessima, disseminata di incomprensioni e di fallimenti....oltre al caro Leo, l'esempio più citato è Einstein. la storia del pesce sull'albero("Un pesce sull'albero") no? ecco io mi sono trovata a chiedermi allora cosa avrebbero potuto fare delle menti così con gli ausili che ora ci sono e che corrono in aiuto delle persone che hanno questi DSA. che cosa avrebbe potuto partorire la mente immensa di Einstein se avesse avuto, oltre a quella suprema intelligenza, anche una storia di soddisfazione riconoscimento a livello scolastico? non riesco neppure ad immaginarlo..... ma mi sorge un sospetto atroce: non è che la genialità è stata sviluppata grazie all'assiduo studio, piu assiduo e piu studio dei compagni di scuola mediamente abili? non è che questa capacità di affrontare e risolvere i problemi sia magari nata grazie al bisogno di sopperire con strategie non convenzionali ai problemi quotidiani di un piccolo Albert che non voleva portare a casa l'ennesimo 3? che quei canali di pensiero così evoluti si siano sviluppati come canali di apprendimento alternativi alla quotidiana lotta con il dovere scolastico?  ma allora... allora quegli strumenti compensativi non avrebbero potuto produrre un genio iperassoluto, avrebbero fatto di lui un albert qualunque....soddisfatto, medio, sereno....quegli strumenti compensativi avrebbero ucciso la sua voglia di farcela scavando nuovi tunnel nella sua mente alla ricerca del filone della conoscenza....con l'arrivo dall'esterno della strategia di sopravvivenza....il principio per cui un tempo p er insegnarti a nuotare ti gettavano in mare/piscina, no? senza nulla. brutale... ma efficace. 

forse



ma quanti sono morti nel tentativo di imparare a nuotare, naufragati nella propria stessa paura, soffocati dall'acqua gelida delle lettere che si mescolano per dispetto sulla riga, dei segni distorti delle cose che spariscono .... della fatica immensa di capire cosa vogliono dire quei disegnino sul foglio che tutti chiamano lettere? quanti sono cresciuti convinti di essere "un po' stupidi" ? 


quanti ancora adesso mi dicono "non ero portato per lo studio" 

quanti hanno vissuto di frustrazioni vedendo che con un pomeriggio di studio tutti riuscivano bene o male a portare a casa la sufficienza e loro non riuscivano neppure ad andare a dormire con i compiti finiti....a pregare Dio che non li facesse "beccare" con il quaderno da completare...quanti? quanti hanno mollato  lasciandosi portare sotto dalla disperazione (non speranza) di farcela e avere al contempo una vita (normale)? 


ed ecco a cosa servono, dunque,  quegli strumenti compensativi! a sopravvivere. perchè di einstein, di leonardo, di steve jobs di stephen spielberg, di anthony hopkins, di tom cruise, di henry winkler di picasso di nikola

tesla ce n'è/ce n'è stato uno, ma chissà quanti avremmo potuto averne se gli altri non fossero stati sepolti dalle lettere e dai numeri imbizzarriti.












giovedì 4 ottobre 2018

Adolescemenza

"L’adolescenza dei figli è quel momento nella vita di un genitore in cui bisogna tenere stretto il ricordo dei bambini che sono stati – sorrisi sdentati e mani paffute – o essere visionari a sufficienza per scorgere la persona che diventeranno quando tutta quella nebbia sarà dissipata. Una tempesta che si attraversa in solitudine, ché nessuno racconta volentieri dell’angoscia che assale nel vedere la bambina sorridente ed estroversa precipitare in uno spleen adolescenziale fatto di silenzi e porte chiuse, o del senso di sconfitta che prende lo stomaco quando si scopre che il ragazzino giudizioso adesso spaccia sigarette elettroniche nascondendole nello zainetto di SuperMario." cit da Genitori Crescono, il sito che leggo ancora anche se ormai, con un figlio di 14 anni e mezzo e una di 16 anni, a volte non mi sento neppure piu tanto mamma....


giovedì 17 maggio 2018

falangi

si è schiacciato due falangi nella macchina di formatura. si è portato via l'unghia dell'indice: strappata e pendente giace a pancia in su come un pesce morto a galla. bianca. 
il medio è capitozzato. una barretta bianca appoggiata un po' storta in mezzo alla ferita. ha la forma delle forchettine dei datteri, quelle di plastica color avorio, che stanno in mezzo ai frutti appiccicosi, per non sporcarsi le dita quando li si mangia. 
c'è poco sangue. lui sente male, muove le gambe in  fretta è pallido. dobbiamo soccorrerlo, aiutarlo, fargli credere che non è grave. qualcuno dice di non chiamare l'ambulanza, di rimandarla indietro. qualcun'altro dice che ha dovuto togliere i resti dalla macchina per farla ripartire. intanto cerchiamo il ghiaccio e ci sforziamo di farlo star sveglio. perchè? non so, ma il coordinatore dell'emergenza dice che deve stare sveglio. l'ambulanza arriva dopo piu di mezzora: dopo che l'abbiamo fatta ritornare indietro non ci ha presi molto sul serio. 
io piango. la colpa me la sento sulle spalle come una massa appiccicosa. non ho fatto altro che dire di chiudere quelle macchine maledette. che avrebbe portato solo vantaggi:  gli organi in moto segregati,  il rumore ridotto,  olio e acqua contenuti, la pulizia del suolo, la pulizia del pezzo .... niente. non sono mai stata presa sul serio. 
forse non è la colpa -questa cosa che sento- ma  l'imminenza del giudizio. perchè non ho mai piu scritto niente. dopo il 1997 quando avevo inondato la scrivania di mio papà di lettere in cui gli dicevo cosa bisognava fare per essere a norma di legge della sicurezza e lui mi accusò che stavo lavorando per la concorrenza perchè tutto quello scritto era un'autodenuncia, e mi minacciò che mi avrebbe mandata via se non avessi smesso, ho smesso. ho il lavoro ma non è solo. 


giovedì 1 dicembre 2016

orfani

in questi giorni mi trovo a parlare con altri genitori o nonni affrontando il tema dei ragazzi e del loro stile di vita, di come sono cambiate le famiglie....di come è cambiata la scuola e la società. qualcuno dice che certe cose ci sono sempre state, per esempio che anche quando eravamo piccoli noi c'era chi andava in giro con i pantaloni strappati. o con le maglie con l'orlo sfatto, o con i capelli blu o fucsia. 
è vero, c'erano. andavano in giro per la città in gruppi, minimo due o tre, con scarpe che sembravano stivali militari, cattivi, conte borchie lucenti e le catene che tintinnavano a ogni passo. avevano pantaloni aderenti e neri  strappati come se fossero fuggiti da una lotta, e per un pelo si fossero salvati. avevano spesso due o tre maglie una sopra l'altra, a volte oversize, spesso con gli orli sfatti, avevo capelli mal messi, raccolti in modo arruffato, le ragazze, con fasce di recupero, elastici da cancelleria, nerissimi. a volte blu. avevano facce bianche, occhiaie marcate occhi pesantemente  truccati di nero, anche i ragazzi. ma loro lo facevano per un motivo loro erano il simbolo di una lotta, erano i sopravvissuti, erano quelli che lottavano per la loro libertà di esprimersi o per la libertà di esprimersi di qualcun altro. il loro pallore era il simbolo della prigionia i loro vestiti sdruciti il loro sembrare sempre sul punto di collassare per terra, tanto erano magri, emaciati sdruciti e forati da piercing vari, era l'emblema della loro guerra spesso interiore. io non mi sono mai sentita punk o dark, mi sono sempre sentita in imbarazzo nel mostrare le mie guerre al mondo, ma li capivo, capivo la loro lotta la loro guerra anche per me e a volte li invidiavo per il coraggio con cui sbandieravano al mondo degli anni '80 il loro combattere. 
adesso non è più così, i giovani-e i meno giovani, con conseguenze immaginabili- questi simboli sono significanti vuoti, come le conchiglie morte sulla spiaggia.
alcuni dicono che è più giusto così, che i genitori di una volta erano troppo padroni, incutevano un timore così reverenziale che spesso i figli non osavano fare le cose più banali alla luce del sole, e le facevano di nascosto, non osavano esprimere i loro sentimenti e bisogna e si è dato origine a una generazione di depressi, costretti a fare il lavoro del padre per il non coraggio di esprimere la propria inclinazione, costretti a sposarsi con donne o uomini che non amavano, ammettendo e accettando un tradimento continuo se non con il corpo di certo con il cuore, lontano distante con altri, o con nessuno, ma certo con il sposo o la sposa imposti. 
così ora i genitori sono allo stesso livello dei figli. gli adulti sono allo stesso livello dei bambini. e i bambini sono all o stesso livello degli adulti. i ragazzi in aula si sentono in diritto di dare del tu agli insegnanti, di parlare loro come tra amici, infrangendo con un monosillabo l'autorità della maestra, del professore. si sentono autorizzati a cantare, a parlare in aula come fossero a casa, infischiandosene se l'insegnante spiega, senza cercare di nasconderlo, senza percepirlo come un errore, ridendo se l'insegnante interroga e li trova impreparati. perchè? non è per la scuola, credo, forse sono le famiglie... queste famiglie ormai deresponsabilizzate, prive del piacere di prendere delle decisioni, di sbagliare anche, ma tutto con le proprie forze. 
ormai lo sappiamo i giovani non lasciano le famiglie di origine prima dei 30 anni. se si sono laureati, prima di riuscire a pagare la casa in cui vivere con i soldi guadagnati con il proprio lavoro, dovranno aspettare in media dai 5 ai 7 anni (parlo delle rate di un mutuo eh....). e nel frattempo? hanno comunque voglia di crearsi una famiglia propria, di lasciare il nido paterno. perciò si trovano giovani sposi sotto l'egida di mamma e papà ancora per molto tempo, dipendenti da loro, dal loro denaro, e quindi moralmente e effettivamente non autonomi. fanno dei figli, affidandoli ai propri genitori perchè oramai il nido non lo paghi, se non si lavora in due....e poi lasciare il lavoro è una decisione troppo difficile da prendere, e non allenati a prenderle non la prendono neppure in considerazione. e così ecco i figli, al cospetto dei loro nonni, di fronte ai quali i loro stessi genitori hanno il medesimo  atteggiamento di dipendenza morale. il ruolo dei figli e quello dei genitori si sta livellando, come possono i figli capire che devono rispettare gli adulti ? come possono capire che se in aula per qualche arcano motivo che io non capisco e non condivido hanno il cellulare in tasca non possono usarlo per farsi le foto durante le lezioni o per vedere i film degli youtubers, ma devono tenerlo spento e nascosto? e non è neppure che anche i professori devono farlo, non lo è, perchè i professori sono gli adulti e loro sono SOLO dei ragazzini. gli adulti dovrebbero OVVIAMENTE avere la decenza di non comportarsi in modo maleducato e di tenere ben presente il loro ruolo di educatore, ma i ragazzi devono sapere che gli adulti possono avere il cellulare ma loro NO!
perche poi in fondo è solo questione di essere o non essere educati....e l'educazione, la BUONA educazione non è altro che rispetto per la persona e per il suo ruolo. 
certo gli adulti di oggi sono più bambini dei ragazzi. conosco persone che fanno decidere ai figli cosa mangiare la sera o se andare al ristorante o no, o l'ora in cui coricarsi....a volte arrivano al mattino stravolti perchè il figlio voleva vedere un film e a mezzanotte hanno "dovuto" accendere il dvd di qualche cartone animato......
è giusto che un bambino di 3 anni abbia la responsabilità di queste decisioni? certo a noi sembrano piccole cose, ma per loro non sono pesi enormi? secondo me si. decidere se tutta la famiglia esce o no....decidere se tutta la famiglia va o no alla manifestazione.... alla prima lo fa sentire libero, forte, ma poi? non lo fa sentire solo? non lo fa sentire fragile, non protetto, orfano? 
e i genitori? certo la responsabilità di educare un figlio è enorme e il suo peso si sente sempre ogni ora del giorno e della notte, ma è giusto scaricarla sulle spalle di un bambino? secondo me no. 
secondo me i genitori devono prendere su di se il peso di questa responsabilità, guardarla bene negli occhi, vederne la bellezza profonda e terribile, e poi farsene carico, trasportandola pian piano giorno dopo giorno e vivendo accanto ai propri figli non come amico ma come MAMMA, come PAPA'. che sono GIUSTAMENTE  ben diversi ruoli, ben definiti e lontani. i genitori sono il paracarro contro cui il figlio picchia, sbandando nelle prima curve a gomito della vita, paracarro che salva loro la vita. i genitori non possono essere gli amici che sono seduti accanto a loro. perchè il loro compito è stare fuori a contenerli, a smorzare le loro esplosioni. e non è un compito bellissimo questo? perchè delegarlo ad altri, perchè rinunciare, per la voglia di sentirsi ancora liberi. non è più bello prendere una decisione e sbagliare che non decidere affatto e vivere come Miguel* una vita che non si scrive? 

*"il libro della vita" un film che consiglio con tutto il cuore

giovedì 28 gennaio 2016

fashion blogger

no parliamone vi prego....da quando vado in metro, ne vedo di ogni....

1) cappellini: perchè non si accorgono che un cappellino è piombato sulle loro teste? se mi cade una cacca di piccione me ne accorgo, un grumo di polvere me ne accorgo, una molletta me ne accorgo....i cappellini sono ammortizzati nell'atterraggio? e....cosa nascondono li sotto....nell'era del sospetto, la domanda sorge spontanea: sotto quei cappellini da cartone animato enormi sopra e stretti sotto, cosa c'è? certamente non nascondono un'esuberanza di cervello, perchè altrimenti aprirebbero il velcro e li calzerebbero sulla testa, e non sembrerebbero dei deficienti.....e invece no. nascondono il puciu, vero? in realtà sono ginnasti di ginnastica ritmica, ballerini di danza classica travestiti da studenti....nascondono un animaletto domestico, un criceto, che gli scricchiola sul cervello per tutto il giorno e gli fa compagnia? nascondono ratatuille! nella vana speranza che suggerisca le risposte ai compiti e alle interrogazioni.... nascondono la riga da una parte incisa nella pelle rasata e una leccata di capelli ingessati alla ken di barbie....lavati circa due mesi fa (ed ecco la lodevole volontà di nasconderli) e tutti gli annessi vero? polvere grumi di gel, le foto dei panini che mangiano, avanzi di merendine, fumo, qualche bacio le faccine di whatsapp....tutto lì!
2) pantaloni: okok le mode sono sempre esistite ma.... perchè i ragazzi di oggi -maschi a quanto sembra- indossano tutti pantaloni altrui? si trovano all'OVS e si comprano i pantaloni in gruppo, poi mischiano tutto in un saccone e chi prende tiene? così capita che ci siano quelli che hanno pantaloni più grossi di due taglie e scendono e gli si vede la riga del sedere e devono tirarseli su come dei barboni se non vogliono prendersi una caghetta  a vita.... e va be' ... forse vogliono che sembra che siano dimagriti improvvisamente, una dieta lampo, un rimpicciolitore di bambini ...ops di giovanotti....come in cara, mi si sono ristretti i ragazzi???? 
poi ci sono quelli che hanno avuto la sfortuna di beccare il pantalone più PICCOLO di due taglie....allora li vedo al mattino tutti tirati con sta tela tesa sui polpacci grassocci e le caviglie nude a 10 cm dall'inizio delle scarpe...ok ok un'alluvione ti ha distrutto casa e hai dovuto mettere le cose di tuo fratello più piccolo....
terza opzione? quelli normali, con i jeans,da dietro, normali che stanno su a volte persino con la cintura.....ma tutti logori e stracciati davanti, con le rotule che escono ghiacciate e la fodera delle tasche che spunta ridicolmente dagli strappi ... sembra l'era postatomica e da un momento all'altro vedremo uscire michael jackson dai tombini e io sono leggenda dal cancello della scuola!
3) facce. parliamo di facce.....ok essere ordinati ma i ragazzi che si fanno fare le sopracciglia a ali di gabbiano non si possono vedere. punto. non ci sono scuse o eccezioni. mi spiace io non dico che l'uomo deve essere trascurato anzi, ma che deve sembrare un uomo e le sopracciglia ad ali di gabbiano non sono mascoline. danno al viso un che di morbido e soffuso incorniciano gli occhi con linee tonde .... e a scuola di comics mi hanno insegnato che le linee tonde sono proprie del femminile e le linee dritte son proprie del maschile.perciò fatevi pure depilare le sopracciglia se volete .... ma NON ad ali di gabbiano! 
4) capelli....no non ce la posso fare... i capelli la prossima volta ok?

martedì 1 dicembre 2015

film da vedere

FILM DA VEDERE 

1) the help di tate taylor (USA)
2) ave caesar (f.lli coen) (2016)
3) I colori della passione (bruegel) di lech Majewski (sv-pl)
4) Inside Out (2015 animazione) stupendissimo!!!
5) looper (2012)rian gordon fantascienza
6) lincoln (ddlewis) 2012 spielberg
7) la migliore offerta (tornatore) 2012 (titty: stupendo)
8) margin call (crisi usa 2008) 2011 chandor
9) cirque du soleil 3d (cameron) 2012
10) Moliere in bicicletta (francia) 2013
11) il ponte delle spie (2016)
12) le week end (goldblum a parigi)
13) childhood 
14) DRACULA UNTOLD (2014)
15) un gatto a parigi
16) Philomena
17) the butler
18) il ragazzo invisibile (2014)
19) monghol 
20) magic in the moonlight (woody allen 2014)
21) initation game (2014)
22) MEMENTO
23) INCEPTION (BELLOOOOO)
24) PIRATI DEI CARAIBI 1
25) la ragazza danese (2016) (stupendo <3 font="">
26) amabili resti (solo io)

martedì 17 novembre 2015

13.11.15

e così mentre noi continuiamo lentamente la nostra vita di sempre la gente muore. ammazza. lotta piange sa che è l'ultimo minuto e poi spira. siamo nella III guerra mondiale e non ce ne eravamo accorti.
e continuiamo lentamente la nostra vita di sempre. 

anche nelle altre guerre le mamme avranno detto ai loro bimbi "non ti preoccupare la guerra è lontana" per farli addormentare un po' più sereni? ma oggi come possiamo dire che la guerra è lontana senza mentire? 


(da Ilsole24ore)

mercoledì 3 giugno 2015

la noce

ho fatto un corso. finalmente ho fatto un corso per me. non per il lavoro, non per altri ma solo per mia assoluta curiosità per la voglia di sapere, e basta. era un corso di fiori di bach. io li adoro, perchè sono facili belli semplici e perchè predicano cose che condivido, come il fare del bene con generosità il donarsi agli altri l'amare  gratis, e il fatto che Dio aveva per noi un progetto, per ciascuno di noi, che resta in nuce nelle nostre anime terrene come un afflato al quale noi tutti tendiamo. se manchiamo la direzione corretta la tensione si fa pressante, la corda si tira  e alla lunga ci ammaliamo. la nostra anima lo sa. e anche io lo so. ebbene dopo aver conosciuto questi fiori la counselor ci ha fatto scegliere qualcosa per noi stessi, quelli che ci sembrano più adatti alla nostra situazione di adesso, e io ho scelto walnut. walnut è il noce, una pianta bellissima alta e maestosa, che ho amato sin da piccola, quando usavo le sue foglie secche per farle l'origano giocando, per il profumo meraviglioso che sprigionano sbriciolate. ma walnut l'ho scelta perchè ha un guscio che protegge dalle influenze esterne e permette di sviluppare il proprio afflato senza essere fuorviati dagli altri. io son sempre fuorviata dagli altri. poi ho scelto anche wild oat che è l'avena selvatica, quella pianta infestante della famiglia delle graminacee che produce dei semi a forma di v che ti si infilano nelle calze e restano li per sempre, perchè da qualunque parte tu tiri per districarne la punta non riuscirai a sfilarla dalla trama del tessuto. è inutile. wild oat è quel fiore che ti fa focalizzare su quale sia il tuo scopo, senza che questo sia per forza divino, ma .... permette di rimanere ancorato al proprio obiettivo, senza disperdere le proprie energie in altre cose, in cento cose..... che io inizio e non finisco mai. 
la sera sono tornata a casa e c'era tutto da riordinare, come sempre, come sapevo. ho solo dato compiti precisi a tutti.  senza scompormi insieme a loro ho riordinato e fatto in modo che alla mia partenza il mattino dopo tutto fosse di nuovo a posto. non so cosa sia cambiato. forse il mio atteggiamento nei confronti di casa mia violata stuprata da marito e figli incapaci di amarla e coccolarla e occuparsene. non più vittima, ma artefice. forse il mio atteggiamento nei confronti della ovvia ormai incapacità di chi mi vive accanto di portare a termine compiti banali come il mettere le posate in ordine nel cesto della lavastoviglie, non per capriccio ma perché sia semplice e veloce riordinarle una volta pulite. o di fare il letto come se fosse il proprio letto, il talamo, il nido d'amore....ma lasciarlo come la cuccia di un randagio, da coprire pietosamente con un copriletto sgualcito e basta, uno straccio tirato per nascondere l'onta del sonno? forse ho accettato la loro incapacità di comprendere che l'arte è nella vita quotidiana, nella ricerca della perfezione in ogni cosa si faccia, nel riordinare le carte per seme, e per numero, nel pinzare i panni con mollette dello stesso colore, nel riporre tutto prima di riporsi..... forse finalmente ho accettato che questa vita che il Signore mi ha donato è fatta anche di questo compito, di ricercare la bellezza delle piccole cose fatte per bene. tutte. e non lo subisco più come una condanna, questa ricerca assoluta e continua e solitaria, ridicolizzata e incompresa del bello, del ben fatto, ma la vivo come un talento. da allora. da quella sera in cui ho ingollato come assetata le 4 gocce di walnut e wild oat per la prima volta. 

ho ancora due progetti da portare avanti....anzi da cominciare...e avrò la forza di farlo. anche da sola. 

anzi tre

mercoledì 13 maggio 2015

bullo

ho letto pochi giorni fa un blog di una mamma in cui scriveva che quando una donna è incinta smette di sognare la propria vita e inizia sognare la vita di un altro. è vero. io amo i miei figli e li ho amati da quando sono stati una cellula dentro di me. io li vedevo già grandi innamorati e liberi fieri e sereni. bellissimi! ora che sono grandi non riesco a capire come possano essere così tanto belli e fieri non riesco a immaginare me in tutto questo splendore. 
eppure oggi mi hanno detto che mio figlio è un bulletto di quartiere. e io mi sento male.
non voglio che lui sia così, che cerchi il facile guadagno del sopruso che abbia bisogno dell'umiliazione degli altri per sentirsi qualcuno, per pensare di valere qualcosa. lo vedo il suo smarrimento, la sua incertezza e cerco di fare da tutore per la piantina ancora acerba che è lui, ma evidentemente non ci riesco. non ci sono abbastanza con lui? o ci sono troppo (....meno di così dovrei sparire...) eppure chi l'ha detto lo ha visto, lo ha paragonato ai black block...

eppure io ancora una volta mi sento di dissentire da questa etichetta. ma sono la solita mamma innamorata? io vedo solo un bimbo fragile. il MIO bimbo fragile. e non mi capacito che questo bimbo vessi gli altri, che sia un teppista in erba, non riesco a vederlo....o ho paura di vederlo! vederlo far del male agli altri? eppure mi han detto che lo fa.... vederlo umiliare gli altri? lui che è sempre sempre umiliato da maestra compagni e anche famigliari....perchè?
mi han detto che non ha iniziative....eppure fa due sport e suona(va) e va a catechismo oltre che andare a scuola
mi han detto tante cose brutte....e io ho paura che la strada lui l'abbia già imboccata, quella strada in discesa, larga, che fa tanta gola a tutti.....
ma non credo che sia vero, io non lo credo....

domenica 26 ottobre 2014

Bulli


bullismo=terrorismo
si sono bambini di 6 anni, alcuni che subiscono e altri che sopraffanno. con la scusa che sono bambini di 6 ani diventano ragazzini di 12 anni che sopraffanno e poi ragazzi di 23 anni e poi uomini di 35 e poi adulti di 44 .....che pensano di poter fare cosa vogliono, che pensano che la terra sia loro solo perché gli sta sotto i piedi, e ch e la ragione sia dalla loro parte solo perchè nessuno gli ha mai messo una mano aperta sul petto e gli ha detto basta. no!
inoltre noi adulti, noi genitori dobbiamo intervenire per far vedere che parlare è giusto e salva. altrimenti hanno ragione sempre e di nuovo loro, i teppisti. e non ve ne accorgete ma questa è la cultura del terrorismo!

giovedì 13 giugno 2013

evoluzione: un promemoria

LiVELLO 00 (homer simpson)
1) non pulire e se ti dicono che è sporco dì che non hai visto 
2) lascia bagnato: asciugherà
3) la stanza è anche tua: il disordine è una condizione che non ti disturba, se disturba qualcuno quel qualcuno riordinerà
4) esiste il sacco della spazzatura indifferenziata, no? ecco... usa quello! 
5) fai tutto da solo, e cuoci nel tuo brodo
6) riposati
7) pretendi
8) calpesta le cose in disordine, lascia sporco e non ti curare, soprattutto di quel che non hai fatto tu
9) metti le cose a casaccio, e quando tirerai fuori un kimono rosa e un asciugamano marrone cacchetta.....
10) nascondi i guai, butta i cocci di nascosto delle cose rotte, tanto chi vive con te è ottuso e non si accorgerà di nulla. 
11)  se fai un guaio incazzati con gli altri: una bella scenata hollywoodiana distoglierà l'attenzione dalla tua goffaggine (sempre perchè chi ti circonda è tordo e dopo pochi secondi si dimentica l'argomento della discussione, come insettosauro con i flash di luce intermittente)
12) butta le cose rotte o vecchie
13) mangia porcate
14) dai il cattivo esempio, tanto chissene? devi pensare solo a te, gli altri non contano niente

LIVELLO 0 (il servo della gleba)
1) pulisci quello che altri hanno sporcato
2) asciuga (anche dopo un sacco di tempo) quello che altri hanno bagnato
3) rimetti la stanza in cui entri come vorresti trovarla al tuo ritorno
4) cerca nel sacco del rudo la spazzatura indifferenziata e differenziala (bleah)
5) dispera di trovare aiuto
6) non ti riposare 
7)  
8) cerca le cose lasciate in giro da te e dagli altri e nascoste e riordina
9) prima di chiudere i sacchi e il cestello della lavatrice controlla che nessuno abbia messo plastica nell'umido, calzini blu nel bianco, maglioncini di lana nelle tovaglie, limoni ammuffiti nella carta....
10) cerca ovunque tracce di possibili guai che possono degenerare con il tempo come biscotti lanciati lasciati ad ammuffire sotto la cucina, ecc....
11) sbrigati
12) prendi le cose rotte o vecchie buttate e cerca di ripararle se non è troppo tardi
13) prepara pietanze che altri butteranno
14) voce di uno che grida nel deserto: lotta contro il cattivo esempio, anche se le parole resteranno solo parole e saranno sempre i gesti che conteranno

LIVELLO 1 (l'homo sapiens sapiens sapiens = i nostri figli?)
1) pulisci quello che hai sporcato 
2) asciuga quello che hai bagnato
3) lascia la stanza in cui sei entrato come o addirittura meglio di come l'hai trovata
4) separa la spazzatura SEMPRE e il più possibile
5) chiedi aiuto
6) non ti risparmiare
7) usa prego/grazie/per favore 
8) non far finta di non vedere le cose da fare e non lasciare che un altro faccia quello che avresti dovuto fare tu.
9) non mettere nella lavatrice le cose da lavare MA NEL CESTO DELLA ROBA SPORCA
10) se fai un guaio dillo subito
11) fai le cose con calma
12) cerca di mantenere intatte le cose vecchie, avendone costantemente cura
13) abbi cura di te stesso, del tuo corpo dentro e fuori: lavati mangia bene osservati vestiti con riguardo sii attento ai tuoi bisogni
14) cerca di aderire al modello di persona etica che c'è dentro di te

LIVELLO 2 (la guida)
1) pulisci quello che trovi sporco (chiunque abbia sporcato)
2) asciuga quello che trovi bagnato (chiunque abbia bagnato)
3) lascia la stanza in cui sei entrato  meglio di come l'hai trovata, come un silenzioso angelo segreto
4) separa la spazzatura SEMPRE e il più possibile
5) offri aiuto
6) non ti risparmiare
7) usa prego/grazie/per favore ma soprattuto grazie
8) fai il tuo dovere a scuola al lavoro a casa senza scorciatoie 
9) separa i colori, le spazzature, le posate, perchè altre persone potrebbero mettere in ordine queste cose, e si troveranno agevolati grazie a te 
10) aiuta a riparare ai guai
11) fai la cose con calma
12) ripara le cose rotte, abbi cura delle cose vecchie non sprecare mai
13) mangia cose sane, semplici, senza elaborazioni. cose base 
14) dai il buon esempio, pensa che Qualcuno ti guarda e deve sentirsi orgoglioso di te

venerdì 16 novembre 2012

casa mia casa tua

VIVERE IN CASA NOSTRA livello 1
che la mia casa non sia solo mia, ma  anche degli altri membri della famiglia, è lapalissiano, no? che la abitano la vivono e spero la amano. e invece no. ché ogni sera o ogni mattina mi trovo a fare i lavori non miei. lavori normali eh, mica cose.... pulire principalmente, poi riordinare le cose più disparate: dalle posate in lavastoviglie alla biancheria da lavare nel cesto o nella macchina, alle sedie attorno al tavolo, alle ciabatte lasciate ovunque, al bidoncino dell'indifferenziato che è inteso come "non ho voglia di differenziare" invece che "non ulteriormente differenziabile" (e io a frugare nella spazzatura.....) ora...sono 15 anni che cerco di passare il testimone agli altri membri dell'organizzazione-famiglia per le incombenze della gestione della "casa come oggetto", della sua manutenzione ordinaria. perché? per avere ripartire equamente le esternalità positive (come sono in effetti: casa pulita cose che si cercano e si trovano, assenza di scarafaggi, stoviglie che si tirano fuori pulite dagli armadietti, lenzuola fresche di bucato, assenza di formiche e scarafaggi, ma anche di macchie sui muri, crepe, prese staccate vetri taglienti avanzi di cose indistinguibili attacccati dietro ai vassoi o alle tovagliette della colazione, DIETRO, biancheria non tutta dello stesso colore bejolino x per bianco/colore mischiato indistintamente in lavatrice.....) ma anche quelle negative che consistono nell'onere di fare questi lavori. ecco..non ci riesco. non ci sono mai riuscita. molti mi dicono che gli altri membri del team famiglia (team?) non sono incentivati a svolgere questi compiti perchè li svolgo io. vedono che non facendo, ci sono io che comunque faccio. allora non fanno. si sentono autorizzati.MA    io rifiuto questa linea di pensiero. LA RIFIUTO! IO HO DIGNITA PER DESIDERARE CHE A CASA ANCHE MIA LE COSE SIANO ORDINATE E PULITE. e allora lo faccio. se loro vogliono viver come bruti io devo fare altrettanto? perché? perchè deve valere di più la loro volontà della mia? perchè deve essere più giusto sporcare  e non pulire che sporcare e pulire? perchè deve essere giusto lasciare le spazzature mischiate più che differenziare? NO! mi spiace ma non sono io che sbaglio, e di questo sono certa, e -posso dirlo?-vado anche fiera! OH là! quando non ce la farò più li pregherò di accomodarsi altrove, per insufficienza di energia, e la storia finirà li. 
e pensare che basterebbe poco. basterebbe che ciascuno facesse quello che deve fare, senza farsi sconti, ma pensando agli altri noi che gli stanno attorno, che siamo mamma, o sorella o marito o fratello o papà, non estranei (e poi anche se fosse...). eppure io credo che l'amore sia accudimento e questo E' accudimento. il menefreghismo NO.

domenica 7 ottobre 2012

nonno

ecco, dopo la comunione il nonno è morto. è morto e ci ha lasciati con il suo ricordo pesante ingombrante e difficile perchè lui era arcigno ma pieno di affetto inespresso, come una roccia che si è formata nei secoli dal solo impasto di sabbia e acqua ma che con il caldo il freddo il vento il ghiaccio si è solidificata e non riesce più a sciogliersi, così lui era affetto e amorosità impastata a carne ma poi con il tempo le meschinità le invidie gli astii le gioie il lavoro le impervie della vita gli eccessi gli scatti di ira e i dispiaceri si è solidificato ed è diventato duro osso e l'amorosità nscosta non riuscita più a venire fuori. e noi lo guardavamo li seduto il nonno, mentre ci guardava male , incartando e rubando oggetti suoi, minacciandoci con un posacenere di giada, o con il pugno chiuso. oppure ligneo, con solo le lacrime che scendevano nascoste tra le pieghe delle guance,  chiuse,  per chissà quale pensiero che non trovava via di uscita dalla sua testa affollata.
 ora è libero, il pensiero. starà ancora un poco con noi, poi andrà libero a cantare come sapeva fare da bambino, avrà un cane, e seguirà i suoi figli mettendo il naso nelle loro vite segrete come avrebbe voluto e non ha mai potuto fare. perchè i figli non ricordano che i genitori erano sotto le loro ascelle prima delle loro mani,  a lavarne il sudore, erano tra le loro chiappette rosee a pulire le cacche prima di loro, nelle pieghe delle loro pelli e dei loro cuori, a raccogliere le lacrime per una perlina caduta nella fuga delle piastrelle, o per non aver potuto fare i codini a capelli troppo corti, i figli non ricordano che nulla è stato segreto per loro per un tempo lunghissimo. ora i figli pretendono di essere segreti per i genitori,  e questo è giusto perchè non siamo libri da sfogliare in ogni pagina anche la quarta di copertina e scrivere appunti e disegnare o annotare numeri che non c'entrano niente. ma questo nascondersi è strano e innaturale per i genitori, che c'erano fino a poco fa e ora non possono più esserci, e vorrebbero essere ovunque, come prima, non accettano di avere dei confini, non accettano che i figli diventino altre persone, devono essere sempre figli, sempre quelli, conosciuti, ormai fatti....forse sono i genitori che hanno le turbe adolescenziali, cioè forse l'adolescenza è dei genitori, non dei figli.