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mercoledì 25 settembre 2019

ricordi di scuola

I Pastori

Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.

Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d'acqua natia
rimanga né cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d'avellano.

E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!

Ora lungh'esso il litoral cammina
La greggia. Senza mutamento è l'aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquio, calpestio, dolci romori.

Ah perché non son io cò miei pastori?
https://drive.google.com/uc?export=view&id=1ON6Fj0PM6i5Zf7vpDiYVgX1O40Vwjc2u

giovedì 4 febbraio 2016

.


ogni giorno è fatto di piccolissimi granelli di tempo, 
denso di colore, mite allegro carico di dolore o cupo di vergogna e paura 
luminoso di successo e rosso di passione. 

nel nostro correre di ora in ora spesso non guardiamo al rosso al giallo al luminoso blu cobalto e al fucsia saettante o al viola meditativo. 
il nero ci ferma e turba. 
il nero angoscioso e opaco che cerchiamo di spostare e cacciar via 
e di sollevare per gettare di lato. 

e presi dalla fatica di sollevare spostare spingere e far rotolare e tirare e sgretolare ...
dimentichiamo che quello sforzo è fatto per poter godere 
dell’amaranto, del verde veronese del argento e dell’arancione frizzante, del carminio conturbante e pieno, dell’azzurro della vita e dell’affetto…..


poesia 2

la calma  
un buco profondo. 
a guardarci dentro fa paura e attrae. 
a volte ci son cose da fare, tante che quel nero risucchia e spaventa, 
a volte placa l’anima e canta 
e versa olio sul cuore agitato. 
tutto perde colore e spinta  
assale la calma con il suo buio amico.

poesia1

non ho mai pensato a quanto forte soffiasse il vento finché non mi ha spinto lontano 
non ho mai pensato a quanto forte urlasse il mare finche non ha coperto le mie parole
non ho mai pensato a quanto lungo fosse un sospiro finché non mi ha tolto il fiato

non ho mai pensato a quanto in alto volasse il gabbiano o vagasse il pensiero finché non l’ho visto sparire nel cielo

(dal web)

domenica 31 gennaio 2016