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lunedì 16 dicembre 2019

famiglie

è Natale....in molti mi dicono di non aver voglia di passare le feste in famiglia...che vorrebbero stare con le persone a cui vogliono veramente bene, con cui amano passare del tempo  e soprattutto con cui sono se stessi....che perciò  non possono essere "famiglia". in famiglia la performance supera la natura. in famiglia il ruolo è oltre a tutto....non  ti vedono come sei, ma come eri come volevano che diventassi e tutti tuoi errori i tuoi successi le tue scelte condivise e non arrivano ai famigliari prima di te, e dopo che hanno salutato e brindato con tutta quella mole di eventi, a te non ti vedono nemmeno... questa è la sensazione credo.

io passo tanto tanto tempo con la mia famiglia di origine...  lavoro con i miei fratelli e i miei genitori da quando lavoro. perciò tecnicamente non ho mai lasciato il nido. ci ho provato, ma ho fallito. per questo sono cosi poco figlia con i miei genitori, forse.  la realtà è che io in famiglia sto bene. ho imparato nel tempo con aspre lotte interiori ed esteriori a capire dove finiscono le loro aspettative (frustrate) e le mie competenze, a separarle....a non incolparmi dei loro errori. e da questo processo esco io. che sto bene con la mia famiglia. non ho problemi ad andare a cena da loro a passare con loro il Natale anche se dopo poche ore non sappiamo piu che fare....di proposte ce ne carichiamo auto e menti,  ma arrivati là si fa sempre cosa decide mio padre, cioè niente. ma per un giorno va bene così. non vedo cosa ci sia di così drammatico nel passare il Natale senza fare niente....a vedere un vecchio film alla tv con i propri genitori, vecchi, cementati nelle loro abitudini , arroccati nelle convinzioni di sapere tutto di noi e di sapere al meglio cosa avremmo dovuto fare....stanchi, anche di piccoli cambiamenti di rotta di pensiero...stanchi . cosa c'è di male? quella mezza giornata come puo influenzare piu di quelle ore di cui è composta? come puo, se si ha una vita propria a cui tornare?

il punto è che sto bene in famiglia anche nella mia famiglia creata... [mio marito mi odia è vero, e non perde occasione di dimostrarmelo,  ma va be'...anche in questo, con dolore e lentamente ho imparato che non sono io....è lui. e io non posso piu curarmi per far guarire lui]  ...in casa con le mie cose, con le persone a cui io voglio bene....io sto bene!  anche quando i miei figli sono li  ma fanno altro e non si accorgono se ci sono o sono uscita: mi basta che ci siano, che a volte ci incrociamo, che senta le loro voci i suoni che fanno le loro vite attorno a me.

vorrei che sapessero che io li amo come figli e non per cosa fanno/non fanno. vorrei che fossero se stessi quando sono con me....che sentissero che quello che c'è tra noi non è frutto di decisioni di scelte di numeri di idee....che possiamo essere in città continenti pianeti diversi ma loro e io saremo sempre uniti da quel legame che ha reso loro parte di me. e che non fossero angosciati dal passare il natale con me.
la famiglia dovrebbe essere il luogo del sostegno. in cui chi arriva dal ring della vita trova un asciugamano e un sorso di acqua uno sgabello dove sedersi e dove nessuno ti picchia, prima di tornare tra le corde a farsi prendere a pugni per scommessa.



martedì 1 ottobre 2019

curiosità

quando ero piccola e studiavo mi sentivo così incompresa, così frustrata a dover buttare via il mio tempo libero per studiare e basta, a non danzare non suonare non andare a cavallo non dipingere non cantare non leggere non disegnare non fantasticare (cosa in cui ero bravissima) non scrivere .... solo studiare. pensavo "vedranno come diventerò magra e pallida....morirò su questi libri del cavolo dove si studiano solo cose morte" alludendo ai miei genitori che avevano voluto per me  quello che non avevano avuto loro.
avevo fatto un muro vero e proprio tra me e i miei pensieri e il mio essere da una parte, e quello che

dovevo sapere, dall'altra. quel che leggevo lo ritenevo per il tempo di un mattino, poi si volatilizzava come un soffio nello zucchero a velo.... anche se spesso tornavano le nozioni immagazzinate a molestarmi a caso.... affollavano il mio cervello riottoso come foglie secche senza forma, accartocciati uno sull'altro spesso agganciati per un lembo un piccolo che si unisce ad un altro con cui non aveva nessun legame, facendomi fare una confusione che ancora più spesso mi ammutoliva. rimanevo davanti ai prof ascoltando le foglie-pensieri che mi turbinavano in testa e si ammassavano cercando di entrare disordinatamente nel canale del pensiero logico dove sarebbero poi diventate parole di senso compiuto frasi concetti....ma senza riuscire and entrarvi, facendo un tappo frusciante e confuso. per fortuna ero piccola minuta fragile e terrorizzata: il panico mi prendeva per mano con respiro affannoso sudore occhi spalancati e crampi e il piu delle volte in quello stato venivo mandata a posto e l'interrogazione ripresa piu tardi.
ho capito solo tanto tanto tardi che finche facevo quel muro le cose che studiavo non sarebbero mai entrate dentro di me. io non le volevo e loro erano cose che restavano appiccicate con lo sputo e ceh appena asciutto si staccavano e se ne andavano via, perdendole. eppure c'era tanto di bello in quel che studiavo. io lo vedevo ma non lo volevo ammettere.... ero piccola l'ho detto.
a poco a poco ho capito con grande dolore che se non avessi avuto da studiare non avevo null'altro da fare. è stata una scoperta terribile per me. una ferita straziante. la consapevolezza di aver perso un   la giovinezza la spensieratezza .... se non avevo da studiare stavo ferma a guardare fuori dalla finestra e basta. non mi interessava piu studiare. non avevo piu amici con cui uscire, a cui telefonare, non avevo piu portato avanti al mia passione per il disegno e non ero piu capace....non sapevo piu dipingere o suonare .... allora mi misi a studiare con una tristezza  da orfana nell'anima. disperata. ho iniziato a studiare per riempire le mie giornate di qualcosa. ho inviato a ripetere ad alta voce facendo finta di spiegare le cose ad una classe inesistente. ho pensato che mi sarebbe piaciuto insegnare....ma poi ritraevo il pensiero per tenere lontano il dolore e il ricordo di aver lasciato danza mezzo anno prima di aver conseguito la abilitazione all'insegnamento. ho fatto una rivoluzione, la prima. ho messo quello al centro, e il resto a margine. è stato doloroso, difficile faticoso triste. ma poi ha portato ai risultati che volevo. all'università sono arrivata a sapere quanto studiare per avere un certo risultato. non avevo altro da fare, ero diventata una macchina da studio e mi piaceva. da li la mia risalita.

ieri pensavo che i ragazzi di oggi non avranno questa spinta. se non studiano  hanno sempre qualcosa da fare. un gioco, un messaggio un posto da visitare virtualmente con google earth. .... devono avere un sacco di forza in piu, i ragazzi di oggi. forza di volontà per resistere alle sirene ammaliatrici di minecraft & company, sempre pronto a riempire il tuo momento di noia al tocco di un dito. 

giovedì 4 ottobre 2018

Adolescemenza

"L’adolescenza dei figli è quel momento nella vita di un genitore in cui bisogna tenere stretto il ricordo dei bambini che sono stati – sorrisi sdentati e mani paffute – o essere visionari a sufficienza per scorgere la persona che diventeranno quando tutta quella nebbia sarà dissipata. Una tempesta che si attraversa in solitudine, ché nessuno racconta volentieri dell’angoscia che assale nel vedere la bambina sorridente ed estroversa precipitare in uno spleen adolescenziale fatto di silenzi e porte chiuse, o del senso di sconfitta che prende lo stomaco quando si scopre che il ragazzino giudizioso adesso spaccia sigarette elettroniche nascondendole nello zainetto di SuperMario." cit da Genitori Crescono, il sito che leggo ancora anche se ormai, con un figlio di 14 anni e mezzo e una di 16 anni, a volte non mi sento neppure piu tanto mamma....


giovedì 1 dicembre 2016

orfani

in questi giorni mi trovo a parlare con altri genitori o nonni affrontando il tema dei ragazzi e del loro stile di vita, di come sono cambiate le famiglie....di come è cambiata la scuola e la società. qualcuno dice che certe cose ci sono sempre state, per esempio che anche quando eravamo piccoli noi c'era chi andava in giro con i pantaloni strappati. o con le maglie con l'orlo sfatto, o con i capelli blu o fucsia. 
è vero, c'erano. andavano in giro per la città in gruppi, minimo due o tre, con scarpe che sembravano stivali militari, cattivi, conte borchie lucenti e le catene che tintinnavano a ogni passo. avevano pantaloni aderenti e neri  strappati come se fossero fuggiti da una lotta, e per un pelo si fossero salvati. avevano spesso due o tre maglie una sopra l'altra, a volte oversize, spesso con gli orli sfatti, avevo capelli mal messi, raccolti in modo arruffato, le ragazze, con fasce di recupero, elastici da cancelleria, nerissimi. a volte blu. avevano facce bianche, occhiaie marcate occhi pesantemente  truccati di nero, anche i ragazzi. ma loro lo facevano per un motivo loro erano il simbolo di una lotta, erano i sopravvissuti, erano quelli che lottavano per la loro libertà di esprimersi o per la libertà di esprimersi di qualcun altro. il loro pallore era il simbolo della prigionia i loro vestiti sdruciti il loro sembrare sempre sul punto di collassare per terra, tanto erano magri, emaciati sdruciti e forati da piercing vari, era l'emblema della loro guerra spesso interiore. io non mi sono mai sentita punk o dark, mi sono sempre sentita in imbarazzo nel mostrare le mie guerre al mondo, ma li capivo, capivo la loro lotta la loro guerra anche per me e a volte li invidiavo per il coraggio con cui sbandieravano al mondo degli anni '80 il loro combattere. 
adesso non è più così, i giovani-e i meno giovani, con conseguenze immaginabili- questi simboli sono significanti vuoti, come le conchiglie morte sulla spiaggia.
alcuni dicono che è più giusto così, che i genitori di una volta erano troppo padroni, incutevano un timore così reverenziale che spesso i figli non osavano fare le cose più banali alla luce del sole, e le facevano di nascosto, non osavano esprimere i loro sentimenti e bisogna e si è dato origine a una generazione di depressi, costretti a fare il lavoro del padre per il non coraggio di esprimere la propria inclinazione, costretti a sposarsi con donne o uomini che non amavano, ammettendo e accettando un tradimento continuo se non con il corpo di certo con il cuore, lontano distante con altri, o con nessuno, ma certo con il sposo o la sposa imposti. 
così ora i genitori sono allo stesso livello dei figli. gli adulti sono allo stesso livello dei bambini. e i bambini sono all o stesso livello degli adulti. i ragazzi in aula si sentono in diritto di dare del tu agli insegnanti, di parlare loro come tra amici, infrangendo con un monosillabo l'autorità della maestra, del professore. si sentono autorizzati a cantare, a parlare in aula come fossero a casa, infischiandosene se l'insegnante spiega, senza cercare di nasconderlo, senza percepirlo come un errore, ridendo se l'insegnante interroga e li trova impreparati. perchè? non è per la scuola, credo, forse sono le famiglie... queste famiglie ormai deresponsabilizzate, prive del piacere di prendere delle decisioni, di sbagliare anche, ma tutto con le proprie forze. 
ormai lo sappiamo i giovani non lasciano le famiglie di origine prima dei 30 anni. se si sono laureati, prima di riuscire a pagare la casa in cui vivere con i soldi guadagnati con il proprio lavoro, dovranno aspettare in media dai 5 ai 7 anni (parlo delle rate di un mutuo eh....). e nel frattempo? hanno comunque voglia di crearsi una famiglia propria, di lasciare il nido paterno. perciò si trovano giovani sposi sotto l'egida di mamma e papà ancora per molto tempo, dipendenti da loro, dal loro denaro, e quindi moralmente e effettivamente non autonomi. fanno dei figli, affidandoli ai propri genitori perchè oramai il nido non lo paghi, se non si lavora in due....e poi lasciare il lavoro è una decisione troppo difficile da prendere, e non allenati a prenderle non la prendono neppure in considerazione. e così ecco i figli, al cospetto dei loro nonni, di fronte ai quali i loro stessi genitori hanno il medesimo  atteggiamento di dipendenza morale. il ruolo dei figli e quello dei genitori si sta livellando, come possono i figli capire che devono rispettare gli adulti ? come possono capire che se in aula per qualche arcano motivo che io non capisco e non condivido hanno il cellulare in tasca non possono usarlo per farsi le foto durante le lezioni o per vedere i film degli youtubers, ma devono tenerlo spento e nascosto? e non è neppure che anche i professori devono farlo, non lo è, perchè i professori sono gli adulti e loro sono SOLO dei ragazzini. gli adulti dovrebbero OVVIAMENTE avere la decenza di non comportarsi in modo maleducato e di tenere ben presente il loro ruolo di educatore, ma i ragazzi devono sapere che gli adulti possono avere il cellulare ma loro NO!
perche poi in fondo è solo questione di essere o non essere educati....e l'educazione, la BUONA educazione non è altro che rispetto per la persona e per il suo ruolo. 
certo gli adulti di oggi sono più bambini dei ragazzi. conosco persone che fanno decidere ai figli cosa mangiare la sera o se andare al ristorante o no, o l'ora in cui coricarsi....a volte arrivano al mattino stravolti perchè il figlio voleva vedere un film e a mezzanotte hanno "dovuto" accendere il dvd di qualche cartone animato......
è giusto che un bambino di 3 anni abbia la responsabilità di queste decisioni? certo a noi sembrano piccole cose, ma per loro non sono pesi enormi? secondo me si. decidere se tutta la famiglia esce o no....decidere se tutta la famiglia va o no alla manifestazione.... alla prima lo fa sentire libero, forte, ma poi? non lo fa sentire solo? non lo fa sentire fragile, non protetto, orfano? 
e i genitori? certo la responsabilità di educare un figlio è enorme e il suo peso si sente sempre ogni ora del giorno e della notte, ma è giusto scaricarla sulle spalle di un bambino? secondo me no. 
secondo me i genitori devono prendere su di se il peso di questa responsabilità, guardarla bene negli occhi, vederne la bellezza profonda e terribile, e poi farsene carico, trasportandola pian piano giorno dopo giorno e vivendo accanto ai propri figli non come amico ma come MAMMA, come PAPA'. che sono GIUSTAMENTE  ben diversi ruoli, ben definiti e lontani. i genitori sono il paracarro contro cui il figlio picchia, sbandando nelle prima curve a gomito della vita, paracarro che salva loro la vita. i genitori non possono essere gli amici che sono seduti accanto a loro. perchè il loro compito è stare fuori a contenerli, a smorzare le loro esplosioni. e non è un compito bellissimo questo? perchè delegarlo ad altri, perchè rinunciare, per la voglia di sentirsi ancora liberi. non è più bello prendere una decisione e sbagliare che non decidere affatto e vivere come Miguel* una vita che non si scrive? 

*"il libro della vita" un film che consiglio con tutto il cuore

mercoledì 13 maggio 2015

bullo

ho letto pochi giorni fa un blog di una mamma in cui scriveva che quando una donna è incinta smette di sognare la propria vita e inizia sognare la vita di un altro. è vero. io amo i miei figli e li ho amati da quando sono stati una cellula dentro di me. io li vedevo già grandi innamorati e liberi fieri e sereni. bellissimi! ora che sono grandi non riesco a capire come possano essere così tanto belli e fieri non riesco a immaginare me in tutto questo splendore. 
eppure oggi mi hanno detto che mio figlio è un bulletto di quartiere. e io mi sento male.
non voglio che lui sia così, che cerchi il facile guadagno del sopruso che abbia bisogno dell'umiliazione degli altri per sentirsi qualcuno, per pensare di valere qualcosa. lo vedo il suo smarrimento, la sua incertezza e cerco di fare da tutore per la piantina ancora acerba che è lui, ma evidentemente non ci riesco. non ci sono abbastanza con lui? o ci sono troppo (....meno di così dovrei sparire...) eppure chi l'ha detto lo ha visto, lo ha paragonato ai black block...

eppure io ancora una volta mi sento di dissentire da questa etichetta. ma sono la solita mamma innamorata? io vedo solo un bimbo fragile. il MIO bimbo fragile. e non mi capacito che questo bimbo vessi gli altri, che sia un teppista in erba, non riesco a vederlo....o ho paura di vederlo! vederlo far del male agli altri? eppure mi han detto che lo fa.... vederlo umiliare gli altri? lui che è sempre sempre umiliato da maestra compagni e anche famigliari....perchè?
mi han detto che non ha iniziative....eppure fa due sport e suona(va) e va a catechismo oltre che andare a scuola
mi han detto tante cose brutte....e io ho paura che la strada lui l'abbia già imboccata, quella strada in discesa, larga, che fa tanta gola a tutti.....
ma non credo che sia vero, io non lo credo....

lunedì 4 novembre 2013

Halloween2013

Ciao 
quest'anno ho fatto Halloween un poco sottotono: non ho più tempo per nulla! nemmeno per fare i biscotti da portare ai condomini……ah no, quello lo facciamo a natale!!!  ops…
per halloween abbiamo fatto di nuovo trick or treat nel condominio e ne abbiamo approfittato per vedere come stava la vicina del V che non è molto in forma povera…..ho l'impressione che alcuni aspettino l'arrivo dei bimbi del palazzo con grande gioia, e lo spero in fondo in fondo: ho sempre timore di disturbare, la bambina timida e schiva alberga ancora dentro di me, da qualche parte.
Abbiamo fatto le meringhe fantasmine.
500 gr albume non freddo 
500 gr di zucchero al velo
montare le chiare a neve fermissima: non devono essere più trasparenti ma bianche e fare le onde. Aggiungere lo zucchero a cucchiaiate, poi mettere in un sac a poche e fare degli spumini sulla carta da forno.
infornare a 100° per 2 ore,con il forno ventilato,  ma controllate l'aspetto dell'opera: se prendono colore abbassate la temperatura. lasciatele in forno finchè non sono solide. 
intanto sciogliere in un pentolino un paio di cubetti di cioccolato fondente a bagno-maria. con l'aiuto di un pennellino o uno stuzzicadenti fare occhietti e boccuccia ai fantasmini di meringa. 

Poi abbiamo fatto le pizzette mummiette:
prendete della pasta per pizza/per pane/pasta sfoglia/pane per toast….e fare dei dischi con il coppapasta (o con le mani, partendo da palline se fate voi la pasta o partite comunque da pasta cruda) poi guarnite con passata di pomodoro DENSA (o addirittura concentrato di pomodoro) tutta la superficie del disco. tagliate in due parti due olive snocciolate e usate le metà uguali per far gli occhietti (dentro la mezza oliva con il buco potete mettere un cappero….o altro) infine tagliate a striscioline delle sottilette o delle fette sottilissime di formaggio semisolido come toma (io ho usato scamorza, sia bianca che affumicata) e metter le strisciette di formaggio incrociate a formare le bende…qualcuna potete farla passare anche sopra la testa! infornate per pochi minuti a 180° circa finchè il formaggio non è sciolto. Se le pizzette sono fatte con pane o pasta già cotta, potete usare solo la funzione grill.

Abbiamo anche fatto le dita di strega:
al mercato (da anna e michele®) abbiamo trovato dei bastoncini di scamorza che facevano al caso nostro: affumicata e genuina! per cambiare dai soliti würstel!!! semplicemente abbiamo fatto dei tagli in punta ai bastoncini, e vi abbiamo infilato i soliti semi di zucca come unghie.

L'ultimo piatto è semplicissssssssimo e sanissssssssimo: vi metto solo la foto (che non è mia, ma presa dalla rete, perciò se qualcuno desidera che venga tolta, me lo chieda e la toglierò)
sono solo mandarini-zucchette, e banane fantasmini…..stupendi e vitaminici per i nostri mostrini 

lunedì 16 settembre 2013

folletti

forse ho trovato cosa fare come bomboniera della comunione di Dando. lui voleva un gatto morbido, io volevo un angelo simile (ma non uguale) a quelli fatti per Lilla. poi gli ho fatto un folletto e lui voleva tutti folletti, ma ci ho messo una vita a farne uno: avrei dovuto iniziare l'anno scorso, a farli tutti....forse ho trovato una mediazione. sarà un folletto angioletto, con ali di piume, faccina e corpicino-vestito imbottiti, braccia e gambe lunghissime fatte di cordoncino, o scovolino, o tubicino fatto al uncinetto o cosa simile, molli lunghe snodate accoglienti. mani e piedi saranno grossi nodi, scarpine di panno. tutto cucito, ricco di bottoni e passamanerie e gioia da portare nei cuori e nelle case di chi li riceverà. quanto prima la prova. e vediamo LUI (il comunicando) cosa ne pensa.

sabato 5 gennaio 2013

mammeVIP+impronte


leggo e sento di mamme che temono di rovinare per sempre i loro figli con qualche loro atteggiamento o azione.....leggo di mamme che se il figlio a 6 mesi non perde il dentino si sentono svilite, castrate. e che vogliono essere le migliori, che vogliono essere perfette, dare il meglio possibile sulla terra......sento di mamme che sono loro non i bimbi i protagonisti della storia, sento di mamme che non hanno ancora fatto la "rivoluzione copernicana": ancora non si sono messe in secondo piano, che sono ancora primedonne. ma con i bimbi è inutile, sono bimbi. sono piccoli imperfetti e passibili di errore.....TANTO QUANTO LE MAMME....perchè tutti, bimbi e mamme sono esseri umani! tutti dobbiamo crescere, tanto loro, quanto noi. loro imparano da noi ad essere figli, noi impariamo da loro ad essere genitori. bisogna avere una buona (enorme) dose di umiltà. è che si fa fatica. poi provare a pensare che noi mamme possiamo solo aiutarli, i nostri figli, e NON plasmarli, e che li dobbiamo conoscere per come sono, non per come vorremmo che fossero. dobbiamo a metterci in secondo piano ad osservarli, senza volerli modificare. non sentirci delle merdine se non sappiamo creare figli ad hoc per i nostri bisogni, per i nostri impegni, per le nostre facciate da mantenere.

poi c'è un discorso strano che non capisco, legato a questo: il  "la mia mamma era così, perciò io sono così". punto.  consequenzialmente inamovibile. ecco... io ho un monte di dubbi su questo rapporto di causa effetto intoccabile, ed è la mia dignità di essere ancora vivo che me lo instilla: la persona-figlio ha un ruolo o conta solo l'imprinting dei genitori? perchè io mi sono sempre detta (durante le mie elucubrazioni di aliena attorno ai 14 anni) che si, mia mamma aveva agito in un modo che magari non mi sembrava congruo alla situazione, ma che poi io avevo elaborato questa azione in modo negativo e che certamente lei aveva agito nei miei confronti (in modo per me negativo) pensando di fare "il mio bene".... che è vero che ciascuno di noi ha avuto dei genitori che hanno fatto cose anche non buone con noi, ma noi a nostra volta abbiamo ricevuto le informazioni date e le abbiamo elaborate a modo nostro (magari negativo) per qualcosa di nostro e non di loro....non sto parlando di cose eclatanti eh...ma di piccole cose che hanno segnato le nostre vite... credo di non essere riuscita a esprimere chiaramente il mio pensiero perciò ecco un esempio: io ricordo che la mia mamma stava sempre con mia sorella, lei era (ai suoi occhi) debole e fragile, mentre ai miei era forte e capace perchè con il pianto otteneva tutto quello c he voleva, primo fra tutto l'attenzione e la compagnia di mia mamma, ovviamente. da piccola ho sofferto per questo comportamento di mia mamma ma ovviamente non credo che mia mamma abbia agito così per dare di più a lei e meno a me, mia mamma vedeva che mia sorella era in lacrime e la consolava. questo mi ha fatto male è vero, ma mi ha resa più forte e anche più critica, più autonoma e anche più coraggiosa perchè se mia sorella piangeva e mia mamma le chiedeva vuoi questo vuoi quello, e lei faceva solo sisi con la testa, e io ero "costretta" a esprimere come una richiesta quello che desideravo e questo pare una cavolata, lo vedo, ma non lo è. per contro io sono molto più timida e restia ad esprimere i miei bisogni, magari proprio perchè sono stata sempre abituata che tanto passavano dopo, i miei bisogni, e tendo  a metterli in secondo piano. ora questa elaborazione mi ha permesso di capire che certo è importante quello che io do, ma è altrettanto importante la reazione del ricevente. o no? 

ribaltando la cosa e per tornare ai piccoli, io credo che se un bimbo urla, dipende anche dalla mamma percepire questo urlo come un disagio insormontabile o un piccolo insetto spiacciccato sul parabrezza della sua vita! e non solo, dipende anche dal momento della vita o della giornata della mamma in cui questo urlo si esprime....ho vissuto momenti di puro sclero (con fiumi di pianti e anoressia e insonnia) per delle emerite minchiate (lo so adesso, guardandomi indietro) e ho vissuto momenti di estrema lucidità di fronte a situazioni in cui una uscita di testa ci stava. che a volte poi, avere a che fare con il proprio figlio è già complicato: io ricordo che la mia amica Ela che aveva una figlia di un mese più grande della mia aveva un potere (per me occulto) di far addormentare la mia, mentre io avevo il potere (per lei sciamanico) di far calmare la sua in un baleno, con un canto a labbra chiuse e basta, che io sono pure stonata e lei non si tratteneva certo dal ricordarmelo!!!


ecco, ora non ricordo perchè io abbia scritto tutto questa riflessione, forse l'ho scritta solo per ricordare che i bimbi sono persone. come le mamme. 

sabato 9 giugno 2012

Menu

Ciao
la comunione è andata benissimo: ero euforica ed era euforica e tutta compita la nostra piccola! E' venuta anche nonna Mimmi, che ha lasciato il nonno con la nonnositter e si è concessa un paio di ore di relax e nipotini.
La cerimonia è stata stupenda, e sono riuscita a non commuovermi. Il che è tanto, tantissimo!
Volevo pubblicare il menu che ho fatto, ma ormai è passato un sacco di tempo. Siccome alla piccola piace il lilla abbiamo decorato al casa con fiocchetti bianco e lilla e preso tutti i piatti bicchieri e tovaglioli lilla, così come la tovaglia e le posate. Molte cose erano di legno di bambù e verde mela, che con il lilla sta benissimo. Era freddino, ma non ci siamo arresi. Ho preparato tutto la mattina, poi siamo scesi. Quando siam tornati a casa eravamo tutti tranquilli, chissà chissà....
In tavola c'erano già i pizzicotti di pane, fatti con farina di semola e farina bianca, e cotti al mattino stesso,  il resto aspettava in frigo o in forno.
Abbiamo allestito un menu pranzo, ma allegro e decisamente poco formale:








Pizza rossa in cubetti, strudel salato, spiedini di frittata di pasta cotta al forno, arrosto di lonza al latte, formaggio parmigiano da scagliare e gustare con i pizzicotti di pane, crostini di salsiccia, pinzimonio (che è rimasto pressochè intonso) e per finire meringata con violette candite. Tutto in onore della nostra piccola grande Momina!
PS dei panini e della meringata non ho foto....sorry

giovedì 8 marzo 2012

computer


Ho avuto il computer rotto.....désolé

Oggi è il 8 marzo 2012 e... non sono molto avanti nella realizzazione degli angioletti...mi sta venendo l'ansia!
Ho due mesi, cioè meno di 8 giorni: devo mettermi sotto, molto molto sotto.

Vorrei essere casalinga. SO che mi romperei le palle in modo indegno, ma vorrei che l' essere malati dei miei figli non fosse un problema lavorativo. Vorrei potermi occupare della mia famiglia, di mia zia, della mia camelia, delle persone che amo e che vorrei stessero bene GRAZIE a me, alle mie cure.

A breve aggiornamenti più approfonditi...

martedì 6 dicembre 2011

prima prova: halloween

non so cosa si celebri ad halloween. per me non esiste, non fa parte della mia vita. ma oggi c'è prepotente nella vita dei miei orchetti, e io lo adotto, perché io sono così. per me il giorno dei morti era il giorno in cui si ricordano le nonne, le zie mancate ai nostri affetti quotidiani, gli zii che ci hanno abbandonati da poco....ma sono vecchia, una vecchia mamma chioccia, e ora è invece qualcosa di molto più simile al carnevale, che alla processione che segue un funerale.

ed eccomi a preparare con trepidazione qualcosa per halloween. momi sarà una strega, popi un fantasma: più facile di così...
per il menu ho studiato un po' di cose orripilanti. io da bimba non mangiavo neppure le cose normali, se mi avessero offerto questo ne sarei rimasta inorridita. e invece sono andati a ruba. ecco la prima realizzazione: 
RAGNETTI

Ingredienti: biscotti OREO o altri doppi con una parte nera
rotelle di liquirizia
smarties o m&m's
matita del pasticcere o cioccolata fusa
santa pazienza

procedimento: srotolare le rotelle di liquirizia e dividere i due cordoncini
tagliare i fili di liquirizia in pezzi più o meno lunghi a seconda dei tipi di ragni da realizzare
scogliere a bagno maria il cioccolato 
prendere un OREO (o simile), infilare tra i due biscotti i pezzetti di liquirizia, poi premere leggermente (se si è furbi si lasciano un attimino sul termosifone in modo che la crema che unisce i due biscotti si ammorbidisca e si renda un po' malleabile. così dopo aver infilato le zampette facendo una leggera pressione sul biscotto superiore esso si schiaccerà su quello inferiore e pizzicherà le zampette, cosa che io non ho fatto e alla fine c'erano zampette ovunque e i ragni loro possessori, zoppi, che ci guardavano incuriositi dal piatto...). prendere un pochino di cioccolata fusa e farla colare sul davanti del biscotto superiore, poi applicare due m&m's per fare gli occhietti, se si vuole aggiungere due puntini di cioccolata per le pupille. io ho usato la matita del pasticcere, acquistata al super in diverse gradazioni di colore. è un tubetto tipo quello del dentifricio, riempito di una pasta di zucchero pressochè insapore che i miei orchetti usano a profusione per decorare di tutto, dallo yogurt alle fette di torta, ai biscotti al pane e ora anche i ragni ...glab....

giovedì 13 novembre 2008

letteratura


Ho dato una caramella a Popi:
*questa devo fare ingoio?*

T: questa E' letteratura