domenica 27 ottobre 2019

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è successo dieci anni fa e ancora mi fa stare male. ho difficoltà a scrivere e a volte ho paura di essere malata, quando mi metto giu mi tremano le mani e e la testa mi pulsa in mezzo agli occhi come se il naso dovesse uscire dalla faccia. però dura poco, e ormai mi sono abituata. dicevo che è successo dieci anni fa, quasi esatti….era febbraio quando mi è arrivato quella mail che mi diceva che non c’era piu. e io mi sono sentita in colpa per non essermene accorta da sola. per non aver visto nulla di diverso in quei tre giorni che separava allora da quando era successo, una sera con la luna piena . la sua famiglia era con lui. li guardava aggirarsi per la stanza in cui respirava a fatica con i tubi che gli salivano nel naso. sotto il lenzuolo bianco piegato sotto il mento da sua madre, le sue mani stringevano il lenzuolo. le portò al petto. nel palmo destro aveva un cartoccio piccolino. sapeva cosa era e sorrise. vide che sua madre guardava il suo riflesso nel vetro della finestra, appena dietro la sua testa. si mordicchiava una nocca come quando uscivano di casa al mattino e lei sapeva che avevano un compito in classe o una interrogazione, o non erano ben preparati per qualche materia. si accorse di piangere per l’umido sul cuscino. chiuse gli occhi e appoggio la tempia su quella macchia bagnata. non voleva morire. non voleva lasciare tutto questo. gli era piaciuto vivere la sua piccola vita normale. suo padre e suo figlio chiacchieravano, l’uno seduto sulla poltrona un po’ girato e l’altro a cavalcioni del bracciolo, appoggiati uno all’altro come se l’affetto fosse una colla. c’era anche carlo, seduto al tavolo davanti ad una rivista, ascoltava i discorsi di Matteo e il nonno e sorrideva sfogliando le pagine colorate. facevano un rumore piacevole, gli sembrava di sentire il profumo, il sapore che si incolla alla lingua. con le dita accarezzava il cartoccio consumato. cercò di ricordare la melodia. cercò di stendere l’altra mano sullo sterno per sentire il proprio cuore battere. fin da piccolo quel suono lo calmava. solo pensando al suo cuore coraggioso riusciva a prendere sonno nelle notti in cui il buio gli faceva paura e non aveva la forza di sentire la sua voce chiamare qualcuno. anche cristina era venuta all’ultimo momento. non la vedeva ma ne sentiva il profumo. non voleva morire davanti a lei. 
sospirò. non poteva controllare questa cosa. aprì più forte gli occhi, e si girò verso la finestra. era sera e la luna era grande e illuminava la stanza. cristina disse qualcosa e uscì sgattaiolando da un a fessura della porta.
Matteo disse una cosa a suo padre., che gli fece una specie di carezza sulla testa.
sua madre si avvicinò a suo padre e lo prese sotto braccio
suo fratello si alzò e si stiracchiò alzando le braccia quasi fino al soffitto, e poi sorrise. 

sorrise anche lui, girò lo sguardo alla luna e sentì con le dita l’ultimo battito. 

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