leggo e sento di mamme che temono di rovinare per sempre i loro figli con qualche loro atteggiamento o azione.....leggo di mamme che se il figlio a 6 mesi non perde il dentino si sentono svilite, castrate. e che vogliono essere le migliori, che vogliono essere perfette, dare il meglio possibile sulla terra......sento di mamme che sono loro non i bimbi i protagonisti della storia, sento di mamme che non hanno ancora fatto la "rivoluzione copernicana": ancora non si sono messe in secondo piano, che sono ancora primedonne. ma con i bimbi è inutile, sono bimbi. sono piccoli imperfetti e passibili di errore.....TANTO QUANTO LE MAMME....perchè tutti, bimbi e mamme sono esseri umani! tutti dobbiamo crescere, tanto loro, quanto noi. loro imparano da noi ad essere figli, noi impariamo da loro ad essere genitori. bisogna avere una buona (enorme) dose di umiltà. è che si fa fatica. poi provare a pensare che noi mamme possiamo solo aiutarli, i nostri figli, e NON plasmarli, e che li dobbiamo conoscere per come sono, non per come vorremmo che fossero. dobbiamo a metterci in secondo piano ad osservarli, senza volerli modificare. non sentirci delle merdine se non sappiamo creare figli ad hoc per i nostri bisogni, per i nostri impegni, per le nostre facciate da mantenere.
poi c'è un discorso strano che non capisco, legato a questo: il "la mia mamma era così, perciò io sono così". punto. consequenzialmente inamovibile. ecco... io ho un monte di dubbi su questo rapporto di causa effetto intoccabile, ed è la mia dignità di essere ancora vivo che me lo instilla: la persona-figlio ha un ruolo o conta solo l'imprinting dei genitori? perchè io mi sono sempre detta (durante le mie elucubrazioni di aliena attorno ai 14 anni) che si, mia mamma aveva agito in un modo che magari non mi sembrava congruo alla situazione, ma che poi io avevo elaborato questa azione in modo negativo e che certamente lei aveva agito nei miei confronti (in modo per me negativo) pensando di fare "il mio bene".... che è vero che ciascuno di noi ha avuto dei genitori che hanno fatto cose anche non buone con noi, ma noi a nostra volta abbiamo ricevuto le informazioni date e le abbiamo elaborate a modo nostro (magari negativo) per qualcosa di nostro e non di loro....non sto parlando di cose eclatanti eh...ma di piccole cose che hanno segnato le nostre vite... credo di non essere riuscita a esprimere chiaramente il mio pensiero perciò ecco un esempio: io ricordo che la mia mamma stava sempre con mia sorella, lei era (ai suoi occhi) debole e fragile, mentre ai miei era forte e capace perchè con il pianto otteneva tutto quello c he voleva, primo fra tutto l'attenzione e la compagnia di mia mamma, ovviamente. da piccola ho sofferto per questo comportamento di mia mamma ma ovviamente non credo che mia mamma abbia agito così per dare di più a lei e meno a me, mia mamma vedeva che mia sorella era in lacrime e la consolava. questo mi ha fatto male è vero, ma mi ha resa più forte e anche più critica, più autonoma e anche più coraggiosa perchè se mia sorella piangeva e mia mamma le chiedeva vuoi questo vuoi quello, e lei faceva solo sisi con la testa, e io ero "costretta" a esprimere come una richiesta quello che desideravo e questo pare una cavolata, lo vedo, ma non lo è. per contro io sono molto più timida e restia ad esprimere i miei bisogni, magari proprio perchè sono stata sempre abituata che tanto passavano dopo, i miei bisogni, e tendo a metterli in secondo piano. ora questa elaborazione mi ha permesso di capire che certo è importante quello che io do, ma è altrettanto importante la reazione del ricevente. o no?
ribaltando la cosa e per tornare ai piccoli, io credo che se un bimbo urla, dipende anche dalla mamma percepire questo urlo come un disagio insormontabile o un piccolo insetto spiacciccato sul parabrezza della sua vita! e non solo, dipende anche dal momento della vita o della giornata della mamma in cui questo urlo si esprime....ho vissuto momenti di puro sclero (con fiumi di pianti e anoressia e insonnia) per delle emerite minchiate (lo so adesso, guardandomi indietro) e ho vissuto momenti di estrema lucidità di fronte a situazioni in cui una uscita di testa ci stava. che a volte poi, avere a che fare con il proprio figlio è già complicato: io ricordo che la mia amica Ela che aveva una figlia di un mese più grande della mia aveva un potere (per me occulto) di far addormentare la mia, mentre io avevo il potere (per lei sciamanico) di far calmare la sua in un baleno, con un canto a labbra chiuse e basta, che io sono pure stonata e lei non si tratteneva certo dal ricordarmelo!!!
ribaltando la cosa e per tornare ai piccoli, io credo che se un bimbo urla, dipende anche dalla mamma percepire questo urlo come un disagio insormontabile o un piccolo insetto spiacciccato sul parabrezza della sua vita! e non solo, dipende anche dal momento della vita o della giornata della mamma in cui questo urlo si esprime....ho vissuto momenti di puro sclero (con fiumi di pianti e anoressia e insonnia) per delle emerite minchiate (lo so adesso, guardandomi indietro) e ho vissuto momenti di estrema lucidità di fronte a situazioni in cui una uscita di testa ci stava. che a volte poi, avere a che fare con il proprio figlio è già complicato: io ricordo che la mia amica Ela che aveva una figlia di un mese più grande della mia aveva un potere (per me occulto) di far addormentare la mia, mentre io avevo il potere (per lei sciamanico) di far calmare la sua in un baleno, con un canto a labbra chiuse e basta, che io sono pure stonata e lei non si tratteneva certo dal ricordarmelo!!!
ecco, ora non ricordo perchè io abbia scritto tutto questa riflessione, forse l'ho scritta solo per ricordare che i bimbi sono persone. come le mamme.
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