poi sono andata
c'era una volta un uomo problematico. io l'ho conosciuto nella sua parte esteriore, lo specchio della sua anima pubblica. istrionico, protagonista, esuberante. avrebbe potuto fare l'attore: grande, enorme personalità che trascendeva il suo ruolo di impiegatuccio comunale...si vedeva Pelagio Palagi, si vedeva Mantegna...
non doveva essere facile stare con lui, in casa...
la sua vena artistica era ridondante. travalicava prepotente il quotidiano lavoro, pur artistico, inondava la tavola apparecchiata per il pranzo, le pareti di casa, delle stanze più dimenticate, fino alla risega buia dietro l'ingresso fino al passaggio dal primo al secondo bagno, al sottotetto.... permeava i discorsi, l'aspetto fisico....financo i gesti démodé.
lui non accettò che io detestassi la ampollosità vezzosa del liberty e mi costrinse a girovagare per torino senza meta -con lui- cercando tracce di quello stile che rese la mia città un gioiello, di libertà di espressione e di espressività di arte. ed ho capito, vedendolo, il senso di libertà spirituale che permea l'art nouveau (e déco, la nostra preferita)
questo stile che ha caratterizzato tutto l'inizio del 1900 dall'architettura (in cui lui e torino sono piu ferrati) alla decorazione, alla carta da parati alla pittura, all'arredamento (che sogno!!!!) alla moda alla bigiotteria......al cinema....... alla danza .........
ecco, lui avrebbe apprezzato il ricordo della grande esposizione del 1908, i filmati e le cartoline.
avrebbe parlato con tutti gli inservienti della mostra, avrebbe cercato di portarmi dove non potevamo andare, e avrebbe discusso con tutti per avere qualcosa in più, un ricordo, un oggetto, qualcosa che lo rendesse diverso da tutti gli altri visitatori. .....
poi saremmo andati a prendere un caffè da "passami il sale"(https://www.passamiilsale.it) e saremmo tornati a casa con la sensazione che mi ha insegnato a riconoscere, a isolare e a vedere, e non mi ha mai lasciata, di essere piu ricchi.
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