ogni anno attorno all'8 dicembre mi ricordo che dicembre è iniziato già e il calendario dell'Avvento dell'anno scorso è ancora nello scatolone delle cose di Natale. per me l'Avvento dovrebbe iniziare il giorno dell'Immacolata Concezione!
ma quest'anno ho trovato un calendario delizioso che condivido qui. un calendario che non dovrebbe essere solo dell'avvento. un calendario di tutto l'anno perchè in fondo ogni giorno si attende l'avvento di qualcosa. la prima casella è annullata perchè l'ho compiuta con questo post.
giovedì 13 dicembre 2018
venerdì 5 ottobre 2018
giovedì 4 ottobre 2018
Adolescemenza
"L’adolescenza dei figli è quel momento nella vita di un genitore in cui bisogna tenere stretto il ricordo dei bambini che sono stati – sorrisi sdentati e mani paffute – o essere visionari a sufficienza per scorgere la persona che diventeranno quando tutta quella nebbia sarà dissipata. Una tempesta che si attraversa in solitudine, ché nessuno racconta volentieri dell’angoscia che assale nel vedere la bambina sorridente ed estroversa precipitare in uno spleen adolescenziale fatto di silenzi e porte chiuse, o del senso di sconfitta che prende lo stomaco quando si scopre che il ragazzino giudizioso adesso spaccia sigarette elettroniche nascondendole nello zainetto di SuperMario." cit da Genitori Crescono, il sito che leggo ancora anche se ormai, con un figlio di 14 anni e mezzo e una di 16 anni, a volte non mi sento neppure piu tanto mamma....
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lunedì 25 giugno 2018
droni
ieri sera c'era silenzio. dal mio letto, d'in su i veroni della torre antica in cui vivo e dormo, per tutti questi 20 anni ho goduto dell'immensa gioia di vedere i fuochi di san Giovanni distesa sul materasso che accoglie le mie stanchezze quotidiane, al massimo mi spingo in terrazzo e con un solo sguardo abbraccio l'orizzonte e le mille esplosioni di colore e luce che fanno di questa festa una festa della città tutta si dispiegano davanti a me nella notte estiva, da Avigliana alla collina, da Pino a Moncalieri al castello di Rivoli.
ieri niente.
ora io non capisco nulla di amministrazione cittadina ma tutti sti soldi e nemmeno un botto.... ecco a me sono mancati.
ieri niente.
ora io non capisco nulla di amministrazione cittadina ma tutti sti soldi e nemmeno un botto.... ecco a me sono mancati.
giovedì 31 maggio 2018
giovedì 17 maggio 2018
falangi
si è schiacciato due falangi nella macchina di formatura. si è portato via l'unghia dell'indice: strappata e pendente giace a pancia in su come un pesce morto a galla. bianca.
il medio è capitozzato. una barretta bianca appoggiata un po' storta in mezzo alla ferita. ha la forma delle forchettine dei datteri, quelle di plastica color avorio, che stanno in mezzo ai frutti appiccicosi, per non sporcarsi le dita quando li si mangia.
c'è poco sangue. lui sente male, muove le gambe in fretta è pallido. dobbiamo soccorrerlo, aiutarlo, fargli credere che non è grave. qualcuno dice di non chiamare l'ambulanza, di rimandarla indietro. qualcun'altro dice che ha dovuto togliere i resti dalla macchina per farla ripartire. intanto cerchiamo il ghiaccio e ci sforziamo di farlo star sveglio. perchè? non so, ma il coordinatore dell'emergenza dice che deve stare sveglio. l'ambulanza arriva dopo piu di mezzora: dopo che l'abbiamo fatta ritornare indietro non ci ha presi molto sul serio.
io piango. la colpa me la sento sulle spalle come una massa appiccicosa. non ho fatto altro che dire di chiudere quelle macchine maledette. che avrebbe portato solo vantaggi: gli organi in moto segregati, il rumore ridotto, olio e acqua contenuti, la pulizia del suolo, la pulizia del pezzo .... niente. non sono mai stata presa sul serio.
forse non è la colpa -questa cosa che sento- ma l'imminenza del giudizio. perchè non ho mai piu scritto niente. dopo il 1997 quando avevo inondato la scrivania di mio papà di lettere in cui gli dicevo cosa bisognava fare per essere a norma di legge della sicurezza e lui mi accusò che stavo lavorando per la concorrenza perchè tutto quello scritto era un'autodenuncia, e mi minacciò che mi avrebbe mandata via se non avessi smesso, ho smesso. ho il lavoro ma non è solo.
il medio è capitozzato. una barretta bianca appoggiata un po' storta in mezzo alla ferita. ha la forma delle forchettine dei datteri, quelle di plastica color avorio, che stanno in mezzo ai frutti appiccicosi, per non sporcarsi le dita quando li si mangia.
c'è poco sangue. lui sente male, muove le gambe in fretta è pallido. dobbiamo soccorrerlo, aiutarlo, fargli credere che non è grave. qualcuno dice di non chiamare l'ambulanza, di rimandarla indietro. qualcun'altro dice che ha dovuto togliere i resti dalla macchina per farla ripartire. intanto cerchiamo il ghiaccio e ci sforziamo di farlo star sveglio. perchè? non so, ma il coordinatore dell'emergenza dice che deve stare sveglio. l'ambulanza arriva dopo piu di mezzora: dopo che l'abbiamo fatta ritornare indietro non ci ha presi molto sul serio.
io piango. la colpa me la sento sulle spalle come una massa appiccicosa. non ho fatto altro che dire di chiudere quelle macchine maledette. che avrebbe portato solo vantaggi: gli organi in moto segregati, il rumore ridotto, olio e acqua contenuti, la pulizia del suolo, la pulizia del pezzo .... niente. non sono mai stata presa sul serio.
forse non è la colpa -questa cosa che sento- ma l'imminenza del giudizio. perchè non ho mai piu scritto niente. dopo il 1997 quando avevo inondato la scrivania di mio papà di lettere in cui gli dicevo cosa bisognava fare per essere a norma di legge della sicurezza e lui mi accusò che stavo lavorando per la concorrenza perchè tutto quello scritto era un'autodenuncia, e mi minacciò che mi avrebbe mandata via se non avessi smesso, ho smesso. ho il lavoro ma non è solo.
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