venerdì 31 ottobre 2008
anima
...con le tue parole rotte, con la tua semplice nuda vera sincerità. con la tua anima in punta di dita, portata in giro come si porta un cagnolino, li alla portata di tutti, che tutti possono sbranare o accarezzare.
martedì 28 ottobre 2008
dialogo
- non ti ho più vista/sentita: stai bene? tutto ok? che quando ho bisogno tu ci sei sempre, ma magari hai bisogno tu e io non me ne accorgo nemmeno. bacio. c
- ehh ci sono...si fa in fretta a dire ci sono...in realtà son sempre di corsa, ma grazie per aver pensato a me, che potessi aver bisogno di qualcosa. perchè una si sente pure sola, alle volte. bacibaci. p. ... e davanti a quel bacio ce lo metti un uno maledetto?
- casso!
- scusa...
- niente :-)
giovedì 23 ottobre 2008
e mail a un amico
sei una persona che osserva le cose e sa i nomi. i nomi delle cose che osserva, intendo dire, e li dice, tutti. noi abbiamo osservato le stesse cose che tu dici, ma non sappiamo i nomi. per questo ci sembra che ci serva che tu scrivi, per dare un nome alle cose che vediamo, se no non sappiamo dirle neanche noi, e se non le diciamo un po' ci spaventano, che ci sembra di essere strani. a me almeno sembra di essere strana, a volte. il più delle volte. che guardo le cose come attraverso una lente e vedo delle cose che non so dire e credo di vederle solo io, e chissà cosa sono quelle cose li che mi incantano. ma poi leggo quello che scrivi e leggo le cose che ho visto e pensato e che mi hanno lasciata li a pensare e allora mi dico che non sono poi così tanto strana, o almeno che non sono sola. che ce n'è un altro strano come me, allora non è più così strano quello che vedo, se lo vedi anche tu- E' come se tu fossi alla curva dopo. e vedi la strada da dietro e l'hai già percorsa tutta e la sai, sai le buche e i dossi e le discese ..
non so più cosa scriverti: è mezzora che scrivo cancello e scrivo e cancello. non mi resta che abbracciarti.
venerdì 17 ottobre 2008
uomini che scrivono 1
*Lo so cosa vorresti che ti scrivessi, ma non ci riesco, solo i personaggi dei tuoi libri ci riescono io no. Forse ci riusciva ---ma è uno sforzo sai, si fa fatica davvero. Parlare, accettare tutte le cose che si muovono dentro, illuminarle guardarle riconoscerle...è una fatica bestiale. Mica lo faceva sempre vero? Che ti porta via tempo, e ti fa stare male, sai, come le cure omeopatiche che ti fan star male da bestia ma poi è per stare meglio, pensi. E dici. E quasi quasi ci credi pure un po'. Oh comunque io non ci riesco.
Comunque due o tre cose riesco a riconoscere, che ti voglio bene, che mi piace parlare con te, che mi stai dentro nel cuore. Come una sorellina.* C
persone
ci sono persone che se le guardi dentro non finiscono mai
due frasi
silenzio. una pausa pastosa e densa.
guardati attorno: non sarò mai troppo lontano da te.
mercoledì 15 ottobre 2008
inchiostro
La tristezza di inizio d'anno sta svanendo, lasciando spazio ad una dolcezza strana, un po' malinconica ma senza disperazione. non so, forse il corpo si abitua a pensare alla morte, al fatto che chi non c'è più non ci sia più. comunque è stupefacente come solo con il tempo, senz altra cura, il dolore che sembrava prima togliesse il respiro si stemperi piano come inchiostro nell'acqua e poi svanisca, fino a tornare limpida. solo la bombetta vuota lascia il ricordo di cosa c'era e non c'è più.
venerdì 10 ottobre 2008
karmelo
" Ho un freddo. E stanotte, questo lavoro di traduzione, mi fa impressione. Presto, questo lavoro, che poi non ci penso più. Però prima scendo. Faccio un giro intorno al palazzo.
Perchè mi succedono tutte a me, penso, e quasi quasi mi metto a piangere.
Learco!
Oh, Angelo.
Learco!
Dimmi.
Apri la finestra.
La finestra?
Learco!
Si.
Apri la finestra!
La finestra?
Learco!
Apri la finestra.
Learco!
Si.
Non fare il furbo.
Scusa.
Learco!
Si.
Apri la finestra!
Angelo, c'è freddo.
Learco!
Si.
Apri la finestra!
Putanassa vacassa!
Learco!
Ecco la apro. Sei contento?
Learco!
Ooooh. (non riesco a trovare la o maiuscola con l'accento acuto proprio in cima.....come si fa?, comunque c'è la o maiuscola con l'accento acuto in cima.)
Qui dentro c'è una puzza di autocommiserazione da asfissiare. Se sento un'altra volta questa puzza, ti cerchi un angelo nuovo.
Un angelo nuovo?
Learco!
Eh.
L'autocommiserazione è dannosa! Sprigiona dei gas tossici che mangiano il talento. Se per caso, dico per caso, il consesso dei principi dei critici dell'alto loco ti dichiara talentuoso, chi ci porto io al protocollo, un autocommiserante puzzolente?"
Paolo Nori
giovedì 9 ottobre 2008
mr Furu
I AM NOT HUMAN
but my ambition's to become
i'm not one of you
although my goal was always to belong
I walk among you,
recognised but virtually unknown
famusly celebrated
but only seen by some
i'll never die
althoug you've seen me dissolve
i'll rise again
it is your doubt that makes me strong.
pau
...allora
c'era una volta un ragazzo che è stato il mio primo ragazzo. e' stato il primo ragazzo di cui io mi sia innamorata veramente. cioè che mi sono innamorata di LUI. non dell'idea che avevo di lui, o dell'idea che avevo di avere un ragazzo. tutto quel che altri facevano come lui non mi faceva un baffo. quando la stessa cosa la faceva lui mi saltava il cuore fuori dal petto. e magari era solo uno starnuto.
era un ragazzino come me, non era niente di eccezionale a detta di altre ragazzine che erano con me nello stesso posto nello stesso periodo e che si scambiava i commenti e tutte le cose sciocche che fanno le ragazzine quando fanno le oche.
era uno normale, parlava forte rideva forte correva forte amava i cavalli giocava (male) a basket. faceva un sacco di scherzi cretini. nascondeva gli asciugamani, quelli stesi sulla spiaggia, che ti ci stendi sopra quando esci dal mare, e ti scotti come un gambero da una parte e ti raschi via la pelle con la sabbia che c'è rimasta sopra dall'altra. quelli, li nascondeva sotto, sotto la sabbia. io non mi stendevo mai sull'asciugamano. mi stendevo sulla sabbia. solo alla fine della giornata andavo a farmi la doccia fredda, che dopo una giornata al sole era così fredda che sarei morta di infarto, se non ci fossero stati gli altri a guardarmi.
ma se ci fosse stato solo lui gli avrei detto che era fredda.
perchè mi faceva venire voglia di essere vera. forse è così che si è quando si è innamorati, si ha voglia di essere se stessi, di farsi conoscere davvero, di essere migliori.
ecco, lui mi chiamava Pau.
riccardo serventi longhi
consiglio questo spettacolo pur non avendolo mai visto per assordante fiducia nel creatore, per sostegno per solidarieta per infantile eccitazione all'idea che un amico assoluto come lui possa aver creato qualcosa di così grande.
domenica 5 ottobre 2008
io lo amo, quell'omino lì.
Sono tornata ora ora e mi tremano ancora le mani.
travaglio io non l'avevo mai visto. un bell'omino, serio, azzimato, allineato....nori in quanto a ometto è quel che è: stropicciato, un po' stanco, con mille cose che gli girano in testa che spesso non segue nemmeno quando parli, e spesso non si segue nemmeno lui, quando parla lui.
il tema era *il compagno don camillo* di guareschi. nori contro, travaglio pro. ha vinto travaglio, anche con me che guareschi non l'avevo mai letto. ho deciso di leggerlo. travaglio ha vinto, è stato convincente. nori no. è stato COSMICO. ha parlato solo di CHARMS.
mi sono fatta autografare *le cose non sono le cose* e lui lo ha guardato e ha detto ah come dire Si lo conosco, l'ho letto, forse, ne ho sentito parlare. ha scritto *a paola paolo* e mi ha chiesto la data che non ce la ricordavamo nessuno dei due. ero in prima fila. non può non avermi vista che mi sbracciavo e facevo il tifo come ad un incontro di pugilato non letterario. inutile dire altro: io quell'omino lì , che ha la mente più grande di una galassia, che a guardarlo per la strada non gli faresti l'elemosina nel cappello, io lo amo.
non lo conosceva nessuno. quando ha fatto il primo intervento dicevano attorno a me Ma cosa dice questo qui? e io cercavo di scoprire dentro di me doti di trasmissione del pensiero guardandolo fisso, le mani le scarpe la camicia blu le labbra la barba. lui è mille anni più avanti. è bastata una frase per far capire tutto a tutti, per mettere tutte le cose al posto giusto, tutto l'assurdo che ha tirato fuori parlando del suo *autore russo dei primi del novecento* che alla fine gli veniva da ridere pure a lui, e non di guareschi. lui la sua tesi dell'accusa l'ha sostenuta così. quel libro non esiste, inutile parlarne.
*e io credo che con le 200 parole che fa girare questo autore russo degli inizi del novecento faccia capire assai meglio di guareschi l'assurdità di quel periodo in cui vivevano*
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